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Natale nel cuore: un caleidoscopio di emozioni
Pubblicata il 15/12/2024
La "magia del Natale" evoca meraviglia, sorpresa, incanto.
 
Il Natale è un’esplosione di luci, decorazioni scintillanti, alberi addobbati e presepi che raccontano storie antiche. È un periodo di storie fantastiche, di renne e slitte, di Grinch e fabbriche di cioccolato, di canzoni, di film da guardare dal divano, con la coperta morbida a scaldarci e camini accesi. È il profumo di biscotti appena sfornati, il fruscio delle cartelle della tombola e l'atmosfera di feste di beneficenza. È celebrazione e ripetizione di tradizioni che creano connessione: dall'apertura dei regali alla preparazione di cibi speciali, fino alle cerimonie religiose che uniscono le famiglie.
Il Natale è i ricordi dell'infanzia, che portano con sé il profumo della meraviglia, della festa, della sorpresa…del sentirci parte di un tutto più grande. Il Natale é (ri)connessione, anche con noi stessi: attraverso la riflessione e l’introspezione possiamo dischiudere speranza e rinnovamento.
 
Le emozioni che proviamo a Natale si intrecciano e si sovrappongono, come le forme e i colori di un caleidoscopio.
 
A Natale c’è la gioia degli incontri, dei regali scelti con amore, delle risate che risuonano nelle stanze, del giocare, del fare insieme. C’è la compassione, la generosità del condividere cibo, ascolto, calore, accoglienza…anche con chi non appartiene alla stretta cerchia dei nostri amici o famigliari, con chi sta attraversando momenti difficili.
Ma a Natale ci sono anche la nostalgia dei ricordi, la malinconia dell’assenza di chi non può (piu) festeggiare con noi; il senso di colpa verso le persone a cui è stata tolta la serenità di poter gioire; la tristezza della solitudine e della malattia, fisica e mentale; lo stress dell’organizzazione. L’ansia per le aspettative può poi generare timore di delusioni; il conflitto interno tra la necessità di bilanciare relazioni lavorative e familiari può far crescere la tensione.
 
Il Natale è ricco di emozioni differenti e persino contrastanti, per ognuno di noi. Per viverlo appieno è fondamentale riconoscere e dare il benvenuto a tutte queste emozioni, sia quelle piacevoli che quelle spiacevoli, imparando a condividere tanto la gioia quanto la malinconia, tanto la festosità quanto il senso di impotenza, per viverne, in modo ancora più profondo, la magia.
 
Accogliere le nostre emozioni e accogliere, in senso ampio, ci rende umani.
Liberare le nostre emozioni e liberare, in senso ampio, ci rende umani.
(Per)donare e (per)donarci ci rende umani.
 
Il mio augurio per questo Natale è che l’umanità si risvegli in ciascuno di noi e che voglia risplendere, così da illuminare a festa ogni casa nel mondo.
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Apprezzare le "Piccole Cose" per migliorare la nostra cognizione e il nostro benessere Viviamo in un mondo che sembra correre a una velocità vertiginosa. Siamo costantemente immersi in un flusso incessante di informazioni, aspettative e obiettivi da raggiungere. Questo turbinio di richieste quotidiane spesso ci travolge, portandoci a vivere in modo automatico, senza realmente percepire ciò che accade intorno a noi. Ci lasciamo avvolgere da un vortice di frenesia, dimenticando di fermarci e di apprezzare le piccole cose, che costituiscono il tessuto della nostra vita quotidiana e rappresentano una base imprescindibile su cui costruire la nostra felicità e il nostro benessere.   Quante volte, ad esempio, al mattino, ci svegliamo e prepariamo un caffè senza prestarci attenzione? Invece di vivere quel momento al meglio, spesso lo consideriamo solo un passo necessario prima di immergerci nelle nostre attività quotidiane. Cosa accadrebbe, però, se ci fermassimo un attimo per sentire il profumo avvolgente del caffè che si diffonde nella stanza? O per apprezzare il calore della tazza tra le mani e il risveglio che il primo sorso ci regala? Scegliendo di renderci conto di quanto sia un privilegio poter gustare un caffè caldo ogni giorno, magari immersi nella tranquillità delle nostre case o sperimentando l'accoglienza di un bar, iniziamo a nutrire un sentimento di gratitudine nei confronti di questa semplice, ma preziosa, esperienza quotidiana.   Spesso, ci abituiamo così tanto alle cose di cui disponiamo – un tetto sulla testa, compagnia affettuosa, la salute – che finiscono per sembrare scontate. Ciò che è familiare diventa invisibile, e perdiamo la capacità di apprezzarlo. La fragilità della vita, però, ci insegna tutto può cambiare in un attimo. Ciò che oggi diamo per scontato potrebbe non essere accessibile domani, e questo ci ricorda l'importanza di riconoscere e apprezzare ogni singolo momento e ogni singolo dono. Anche la nostra capacità di sperimentare la bellezza del quotidiano, come una passeggiata al parco, non è garantita. Quando camminiamo, quante volte siamo presenti a ciò che ci circonda – il canto degli uccelli, il profumo dei fiori, o il semplice privilegio di muoverci liberamente? L’idea di perdere tutto questo può spingerci a riflettere seriamente su quanto sia prezioso ciò che abbiamo e a rinnovare ogni giorno il nostro senso di gratitudine.   Anche nel contesto lavorativo, possiamo esercitare la gratitudine. Ogni sorriso scambiato, ogni gesto di aiuto, ogni parola di incoraggiamento che riceviamo sono doni da riconoscere e apprezzare. Allenarci a notare e valorizzare questi piccoli gesti non solo arricchisce la nostra esperienza personale, ma contribuisce a creare un ambiente di lavoro positivo e collaborativo. Includere l’espressione della gratitudine nella nostra routine di lavoro, ad esempio attraverso il riconoscimento dei successi dei colleghi, anche se piccoli, può rafforzare i legami interpersonali, alimentare il senso di appartenenza e motivare tutti a lavorare con maggiore impegno.   Le emozioni che proviamo in relazione alle piccole cose influiscono profondamente sul nostro stato d’animo e sulla nostra qualità di vita. La gratitudine, in particolare, è un’emozione potente in grado di elevare il nostro spirito, rendendoci più felici e soddisfatti. È un’emozione complessa che implica la capacità di riconoscere e apprezzare non solo le cose buone che abbiamo, ma anche gli atti di gentilezza verso di noi. Secondo varie ricerche, tra cui quella di Emmons e Mishra (2011), la gratitudine può agire a livello neuronale, impegnando aree specifiche del nostro cervello, come la corteccia cingolata anteriore, la corteccia prefrontale mediale e la corteccia prefrontale dorsolaterale, con il potenziale di generare cambiamenti sinaptici e miglioramenti cognitivi significativi. Praticare la gratitudine, non come atto isolato, ma come abitudine di vita, può trasformare profondamente il nostro benessere e la nostra efficacia, perché ci accompagna a riflettere sulle relazioni che costruiamo, sull'impatto degli altri su di noi e sul nostro posto nel mondo, a costruire quindi più consapevolezza, a nutrire l’empatia e ad alimentare altre emozioni piacevoli, come serenità, gioia, speranza, fornendoci la chiave per prospettive positive e fattive.   Facciamo, dunque, un passo indietro nella frenesia e regaliamoci di osservare il mondo che ci circonda: troveremo in esso molte ragioni per sorridere e avere voglia di costruire.

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