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Team Coaching e Group Coaching: perché le aziende devono farlo anche nei momenti di successo
Pubblicata il 12/12/2024

Nelle organizzazioni, il coaching è spesso richiesto per

  • affrontare sfide
  • accompagnare alla trasformazione
  •  gestire i conflitti
  • migliorare la comunicazione
  •  sviluppare e rafforzare le relazioni interpersonali

Ma nei periodi di apparente successo e fluidità nei processi, il coaching viene frequentemente trascurato.

Per garantire una crescita sostenibile nel tempo alle nostre organizzazioni (e a noi stessi!) è invece fondamentale continuare a lavorare sul potenziale delle nostre persone, anche quando tutto sembra procedere per il verso giusto.

Abituarsi al successo può infatti portare alla stagnazione, come ci insegna l’ emblematico caso di Kodak. Negli anni '90, Kodak dominava il mercato della fotografia con il suo modello di business basato sulla pellicola. Sicura del suo predominio, non considerò adeguatamente le nuove prospettive, il che la condusse al declino, culminato con la bancarotta del 2012.

 

Anche quando percepiamo che nulla ci possa scalfire, è dunque cruciale non adagiarsi sugli allori.

Dobbiamo interrogarci costantement 

  • se stiamo esplorando adeguatamente contesto, opportunità e risorse
  •  se stiamo esprimendo tutto il potenziale a nostra disposizione

Ignorare il coaching in questi frangenti può esporci a rischi inaspettati, rendendoci vulnerabili…a esempio ai cambiamenti del mercato.

 

Nei momenti di successo, inoltre, è importante porre ancora più attenzione del solito a un fenomeno in cui gruppi e team spesso incorrono: il "Group Think".

Il "Group Think", un concetto sviluppato dallo psicologo Irving Janis negli anni '70, si manifesta nella prevalenza del consenso sulla valutazione critica delle alternative. Alcuni dei suoi indicatori tipici sono:

  • le pressioni sui dissenzienti, esplicite o implicite
  • l’autocensura, per cui i membri del gruppo tendono a sovrastimare il grado di consenso e ad autocensurare le proprie osservazioni
  • l’Illusione di unanimità, per cui la mancanza di dissenso viene interpretata come una prova di consenso
  • l’illusione di invulnerabilità, che porta a sottovalutare i rischi
  • la razionalizzazione, per cui vengono ignorati i segnali di allerta, cercando di giustificare le decisioni prese
  • la visione stereotipata degli avversari:  chi si oppone viene etichettato negativamente

Questi ultimi tre aspetti in particolare, si possono amplificare nei periodi di successo, quando i membri del team si sentono sicuri delle proprie decisioni, il che può portare a criticità estreme, come nel caso di Kodak: nuove idee e potenziali rischi vengono sistematicamente trascurati.

 

Rispetto al Group Think , il coaching può svolgere un ruolo cruciale per:

  • Creare spazi sicuri per il dialogo: favorendo un ambiente in cui le persone si sentano libere di esprimere opinioni dissenzienti senza timore di ritorsioni.
  • Valorizzare la diversità: non solo in termini di background culturale o professionale, ma anche rispetto agli stili di pensiero.
  • Stimolare il dibattito: incoraggiando i membri a mettere in discussione le idee prevalenti.
  • Tenere il focus sugli obiettivi: contrastando le tendenze al conformismo.

 

Investire nel coaching, dunque,  non solo promuove la crescita individuale, ma ha anche il potere di trasformare le dinamiche di gruppo, portando a decisioni più informate e risultati migliori. Ci aiuta a garantire che le nostre organizzazioni siano pronte a cogliere le opportunità future, massimizzando realmente il loro potenziale: è un'opportunità per prepararci a sfide future, assicurando che l'organizzazione rimanga competitiva nel lungo termine.

Il coaching è una risorsa strategica che deve essere sfruttata non solo nei momenti di crisi, ma anche nei periodi di successo, per costruire un futuro prospero.

 

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Epifania e coaching: trasformarsi nell'accoglienza L'Epifania, celebrata il 6 gennaio, è una festività ricca di significati e tradizioni che si intrecciano attraverso la storia. La parola "Epifania" deriva dal greco e significa "manifestazione" o "apparizione". Nella tradizione cristiana rappresenta la rivelazione di Gesù Cristo ai Magi, simbolizzando un momento di grande importanza spirituale e di ricerca. Il suo culto si intreccia poi, probabilmente dal Medioevo, con la tradizione della Befana che porta dolcetti e carbone ai bambini, richiamando, nell’immaginario popolare, la ricerca del bene e della giustizia. Viene celebrata in vari modi, con tradizioni che variano da paese a paese. In Italia segna la fine delle festività natalizie. Come diceva mia nonna: “L’Epifania, tutte le feste si porta via”.     Epifania e coaching L'Epifania rappresenta un momento di rivelazione, un'esperienza di apertura e di scoperta, che risuona profondamente con l'essenza del coaching. Ci invita a riflettere non solo sul significato della manifestazione divina, ma anche sul potere trasformativo di ciò a cui riusciamo accedere attraverso la riflessione. Il coaching è un processo di sviluppo personale e professionale che si basa su una relazione di fiducia tra il coach e il coachee, in cui il coach funge da facilitatore, supportando il coachee nel suo cammino di auto-scoperta. Proprio come i Magi hanno intrapreso un lungo viaggio per seguire la stella che li avrebbe condotti a Gesù, il coachee è invitato a percorrere un sentiero di esplorazione interiore, dove la consapevolezza di sé diventa la luce che illumina il suo cammino. L'incontro tra i Magi e il Bambino Gesù è un evento carico di simbolismo: rappresenta l'accoglienza dell'ignoto e la capacità di riconoscere il sacro nelle nuove esperienze. Questo momento di rivelazione segna l'inizio di un cambiamento profondo nelle loro vite. Il viaggio dei Magi non è solo fisico, ma porta con sé anche una evoluzione interiore, un'apertura a nuove prospettive e a un rinnovato senso di scopo. Analogamente, nel coaching, la trasformazione avviene quando il coachee è disposto a nutrire nuove prospettive, ad accogliere le proprie emozioni, a valorizzare le proprie unicità e ad abbracciare la vulnerabilità e l’ignoto come parte del processo di crescita. Il coach sostiene il coachee nell’esercizio dell'empatia, non solo verso gli altri, ma anche verso sé stesso: la compassione e l'accettazione sono fondamentali per il benessere psicologico. Il coaching è dono, a noi stessi e agli altri: ci accompagna a vedere il nostro potenziale e a farlo risplendere; trasforma la nostra energia e il nostro impatto.   So what? Celebrando l'Epifania, possiamo trarre ispirazione per ascoltare la nostra voce interiore, promuovere il benessere e il successo, per noi stessi e per gli altri e costruire relazioni autentiche, con il sostegno di curiosità, apertura e accoglienza. L’Epifania è quindi un invito a riflettere sul nostro percorso personale e professionale, incoraggiandoci non soltanto a cercare la luce dentro di noi, ma anche a condividerla con il mondo; il coaching un mezzo per coltivare il benessere individuale e collettivo. In un mondo in cui spesso ci sentiamo disconnessi e isolati, l'arte del coaching e il messaggio dell'Epifania ci invitano a riscoprire il potere delle connessioni umane, per noi stessi e per gli altri.

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