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SCACCO MATTO: Raggiungere gli obiettivi attraverso la scelta
Pubblicata il 06/12/2024

Nel mondo degli scacchi, lo scacco matto è il risultato ultimo di riflessioni, strategie, decisioni.

Una partita a scacchi è un po’ come la vita: ci troviamo costantemente di fronte a scelte e, per arrivare al nostro traguardo, spesso, dobbiamo lasciare qualcosa sul campo.

Ogni decisione, che si tratti di accettare un nuovo incarico (lasciando il precedente), dedicare tempo a un progetto (sottraendone inevitabilmente a noi stessi, alle relazioni, ad altri progetti) o investire in una relazione (più che in altre), implica una rinuncia.

Difficile da accettare? Molto. Ma fondamentale se vogliamo davvero andare da qualche parte, arrivare a qualcosa…sull’altra sponda della scacchiera.

A onor del vero, pare che esistano, però, partite in cui un giocatore riesce a vincere senza sacrificare alcun pezzo. Spesso si tratta di partite didattiche o di livello “basso”. Anche nella vita, quando la posta in gioco non è così alta (basso investimento emotivo, economico, di tempo…), non percepiamo il sacrificio. Non sentiamo di dover rinunciare a qualcosa per andare altrove.

Pare che, però, anche tra le partite di scacchi più famose, ci siano esempi simili. Bobby Fischer, nel campionato del mondo del 1972, a Reykjavik, riuscì a imporsi su Boris Spassky,  senza sacrificare alcun pezzo. Fischer sfruttò la superiorità posizionale, la strategia e una attentissima pianificazione.

Possiamo quindi dire che è possibile vincere senza “sacrificare” nulla anche nelle sfide più complesse?

Forse Fischer non lasciò pezzi pezzi sul campo! Ma quanta energia dovette investire nella partita? E prima? Nel pianificare, nel (pre)vedere, in modo quasi ossessivo? 

Per la maggior parte di noi, il percorso verso il successo, l’impegno per “far accadere cose” richiede sacrifici: di tempo, energia, relazioni, opportunità…Ahinoi, non possiamo avere tutto, tenere tutto…

E allora? Non ci resta che dare il benvenuto alla SCELTA, chiamandola con il suo nome.

Quando rinunciamo a qualcosa, quando lasciamo andare un pezzo dei nostri scacchi, ricordiamoci che stiamo scegliendo di farlo per avere qualcos’altro, per andare da qualche altra parte, per seguire la nostra strada …in relazione alle circostanze.

Focalizziamoci su ciò che stiamo costruendo e non su ciò che lasciamo indietro; diamo il benvenuto all’investimento (NON al sacrificio!) di energia, tempo, relazioni…perché questo investimento ci permette di costruire qualcosa che per noi è più importante.

E poi, facciamo la nostra mossa, il primo passo, per vedere come va… per adeguare di volta in volta la tattica, cosicché possa sostenere la strategia e la visione. Procediamo riconoscendo quali pedine siamo disposti a lasciare sul campo e andiamo avanti senza rimuginare: quando la mossa è fatta ciò che di più utile possiamo mettere in campo è pensare alla mossa successiva.

Prepariamoci a giocare la nostra partita, consci del fatto che ogni mossa conta e ogni scelta, facile o difficile, ci può avvicinare al nostro scacco matto. Accettiamo le sfide e prepariamoci a vincere!

 

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Apprezzare le "Piccole Cose" per migliorare la nostra cognizione e il nostro benessere Viviamo in un mondo che sembra correre a una velocità vertiginosa. Siamo costantemente immersi in un flusso incessante di informazioni, aspettative e obiettivi da raggiungere. Questo turbinio di richieste quotidiane spesso ci travolge, portandoci a vivere in modo automatico, senza realmente percepire ciò che accade intorno a noi. Ci lasciamo avvolgere da un vortice di frenesia, dimenticando di fermarci e di apprezzare le piccole cose, che costituiscono il tessuto della nostra vita quotidiana e rappresentano una base imprescindibile su cui costruire la nostra felicità e il nostro benessere.   Quante volte, ad esempio, al mattino, ci svegliamo e prepariamo un caffè senza prestarci attenzione? Invece di vivere quel momento al meglio, spesso lo consideriamo solo un passo necessario prima di immergerci nelle nostre attività quotidiane. Cosa accadrebbe, però, se ci fermassimo un attimo per sentire il profumo avvolgente del caffè che si diffonde nella stanza? O per apprezzare il calore della tazza tra le mani e il risveglio che il primo sorso ci regala? Scegliendo di renderci conto di quanto sia un privilegio poter gustare un caffè caldo ogni giorno, magari immersi nella tranquillità delle nostre case o sperimentando l'accoglienza di un bar, iniziamo a nutrire un sentimento di gratitudine nei confronti di questa semplice, ma preziosa, esperienza quotidiana.   Spesso, ci abituiamo così tanto alle cose di cui disponiamo – un tetto sulla testa, compagnia affettuosa, la salute – che finiscono per sembrare scontate. Ciò che è familiare diventa invisibile, e perdiamo la capacità di apprezzarlo. La fragilità della vita, però, ci insegna tutto può cambiare in un attimo. Ciò che oggi diamo per scontato potrebbe non essere accessibile domani, e questo ci ricorda l'importanza di riconoscere e apprezzare ogni singolo momento e ogni singolo dono. Anche la nostra capacità di sperimentare la bellezza del quotidiano, come una passeggiata al parco, non è garantita. Quando camminiamo, quante volte siamo presenti a ciò che ci circonda – il canto degli uccelli, il profumo dei fiori, o il semplice privilegio di muoverci liberamente? L’idea di perdere tutto questo può spingerci a riflettere seriamente su quanto sia prezioso ciò che abbiamo e a rinnovare ogni giorno il nostro senso di gratitudine.   Anche nel contesto lavorativo, possiamo esercitare la gratitudine. Ogni sorriso scambiato, ogni gesto di aiuto, ogni parola di incoraggiamento che riceviamo sono doni da riconoscere e apprezzare. Allenarci a notare e valorizzare questi piccoli gesti non solo arricchisce la nostra esperienza personale, ma contribuisce a creare un ambiente di lavoro positivo e collaborativo. Includere l’espressione della gratitudine nella nostra routine di lavoro, ad esempio attraverso il riconoscimento dei successi dei colleghi, anche se piccoli, può rafforzare i legami interpersonali, alimentare il senso di appartenenza e motivare tutti a lavorare con maggiore impegno.   Le emozioni che proviamo in relazione alle piccole cose influiscono profondamente sul nostro stato d’animo e sulla nostra qualità di vita. La gratitudine, in particolare, è un’emozione potente in grado di elevare il nostro spirito, rendendoci più felici e soddisfatti. È un’emozione complessa che implica la capacità di riconoscere e apprezzare non solo le cose buone che abbiamo, ma anche gli atti di gentilezza verso di noi. Secondo varie ricerche, tra cui quella di Emmons e Mishra (2011), la gratitudine può agire a livello neuronale, impegnando aree specifiche del nostro cervello, come la corteccia cingolata anteriore, la corteccia prefrontale mediale e la corteccia prefrontale dorsolaterale, con il potenziale di generare cambiamenti sinaptici e miglioramenti cognitivi significativi. Praticare la gratitudine, non come atto isolato, ma come abitudine di vita, può trasformare profondamente il nostro benessere e la nostra efficacia, perché ci accompagna a riflettere sulle relazioni che costruiamo, sull'impatto degli altri su di noi e sul nostro posto nel mondo, a costruire quindi più consapevolezza, a nutrire l’empatia e ad alimentare altre emozioni piacevoli, come serenità, gioia, speranza, fornendoci la chiave per prospettive positive e fattive.   Facciamo, dunque, un passo indietro nella frenesia e regaliamoci di osservare il mondo che ci circonda: troveremo in esso molte ragioni per sorridere e avere voglia di costruire.

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