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Il coaching fa brillare il talento
Pubblicata il 25/05/2022

Quando ho iniziato il mio lavoro di coach in molti mi hanno chiesto “Ma esattamente cosa fai? Cos'è un coach?”
Ho dato le risposte più varie, cercando di tradurre in parole una professione il cui valore, nella mia opinione, può essere compreso pienamente in tutta la sua potenza, solo con l’esperienza.

ICF, l’international Coach Federation, presso cui mi sono certificata come Professional Coach, definisce il coaching e il coach ICF in questo modo:

“Il coaching è una partnership con i clienti che attraverso un processo creativo stimola la riflessione ispirandoli a massimizzare il proprio potenziale personale e professionale”
“Un coach ICF accetta di utilizzare le Competenze Chiave ICF e si impegna a rispettare il Codice di Condotta ICF ed esserne responsabile”

il coachingIo compresi il senso profondo del coaching quando accompagnai una persona bendata per le vie di Milano senza poterle parlare, senza poterla guidare. Anzi, era proprio la persona bendata a decidere il percorso!
Questa persona aveva un obiettivo: camminare e godersi la passeggiata.
Io avevo un obiettivo: fare in modo che la persona raggiungesse il suo obiettivo, accompagnandola, restituendole dei segnali in momenti importanti, di snodo - per segnalarle ad esempio la presenza di un ostacolo, di un gradino sul suo cammino.
Ma non potevo usare la voce, né spingerla o tirarla, perché il percorso era il suo. E suoi gli strumenti (gambe, braccia, olfatto…). Potevo solo dare con la mano una leggera stretta al suo braccio.

La persona che accompagnavo a volte non imboccava una strada, nonostante il mio segnale, e andava dritta verso un muro. Ma arrivata al muro la mia stretta al braccio per lei assumeva un altro significato, si caricava di senso perché in quel momento “vedeva” il muro, ne faceva esperienza, e si girava da sola.
La sintonia cresceva piano piano, come la fiducia (che era però un prerequisito essenziale dell’esercizio).
Fu una esperienza straordinaria. Nel senso letterale: fuori dall’ordinario, quasi magica.

Ecco, in quel momento io ero il coach.

Il coach è colui che accompagna, facilita la sperimentazione di nuove prospettive e opportunità ma non sceglie la strada. Il coach gestisce il processo, ma non decide gli obiettivi. Le scelte sono del partner: scelte sul se, sul cosa, sul quando e sul come. Il partner ha piena responsabilità e autonomia nel proprio percorso.

Il coach fa domande, restituisce sintesi, è lo specchio del coachee. E’ un mezzo, attraverso cui il partner impara a conoscersi meglio, a vedere gli strumenti che ha, a riconoscere gli ostacoli e a superarli.
Quando? Ogni volta che c’è qualcosa in gioco: una sfida, una opportunità, il desiderio di ottenere risultati nella vita privata o lavorativa.
Il coaching è servizio. Il coaching fa brillare i talenti, che ognuno ha dentro di sé: per questo amo il mio lavoro.

  • Se hai voglia di approfondire il codice etico dei coach con certificazione ICF clicca qui : Codice Etico
  • Se hai voglia di approfondire le competenze chiave del coaching clicca qui: Core Competencies
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Tutto quello che avresti voluto sapere sul coaching e non hai mai osato chiedere! Secondo l'International Coaching Federation (ICF), il coaching è una partnership con il cliente (individui e team) che attraverso un processo creativo stimola la riflessione, ispirandoli a massimizzare il proprio potenziale personale e professionale. Per farlo, il coach si avvale delle proprie competenze e strumenti: si concentra su ciò che il cliente dice e non dice, per supportare l'auto-espressione e l’esplorazione; facilita le intuizioni e l'apprendimento del cliente utilizzando domande, silenzio, metafore, analogie...   Ma perché intraprendere un percorso di coaching?   Il coaching porta anzitutto a una crescita di consapevolezza. Grazie ad esso, si può diventare più consapevoli di tutto, potenzialmente! Delle proprie emozioni, dei propri pensieri e dei propri comportamenti, e di come si combinino tra loro originando schemi ricorrenti; dei propri bisogni, priorità, valori e obiettivi; dei punti di forza e delle skill da nutrire. Grazie al coaching ciascuno di noi può scoprire nuovi mondi e nuovi modi (di esplorare, pensare, fare…). Ma il coaching non accresce solo la consapevolezza di sé: può essere un valido supporto anche nell’accrescere la consapevolezza dell'altro. Il coaching ci può aiutare a comprenderne a fondo il linguaggio, le emozioni, gli schemi…a valutare l’impatto che i nostri comportamenti possono avere su chi è in relazione e a scegliere, di conseguenza, cosa fare (e come fare), per avvicinarci all’impatto che desideriamo. Quante volte ci è capitato di avere comportamenti disallineati rispetto alle esigenze degli altri (ascoltando poco; dando scarsi riconoscimenti; prendendoci tutta la scena…) e poi sentirci frustrati perché non abbiamo ricevuto la loro collaborazione nel momento del bisogno? Oppure di restare fermi, aspettando che fossero gli altri a fare, perché “era giusto così”, perché “dovevano pensarci”…, finendo con il non ottenere nulla? Il coaching ci offre l'opportunità di riflettere prima di agire, di riflettere sul perché non stiamo agendo; di definire strategie costruttive; ci supporta nel riconoscere e allenarci a gestire le nostre emozioni, a sviluppare le nostre abilità di comunicazione, a creare relazioni (e opportunità) personali e professionali sane e soddisfacenti. E’ cosi che il coach, attraverso domande, feedback e altri strumenti, accompagna il cliente (individuo e team) a trasformare la consapevolezza, l'apprendimento e l'intuizione in azioni. Il coachig libera potenza. Il coaching libera potenziale. Il coaching libera…portando il focus, mettendo l’accento sul presente (il tanto citato “qui e ora”). Il coaching usa il passato come lezione di vita: non ha la pretesa di risolvere ciò che è già stato, che è, appunto, passato, andato, chiuso, su cui non possiamo più agire ma da cui possiamo rimanere bloccati, se il nostro pensiero resta li a crogiolarsi…a interrogarsi….Ci permette invece di guardare al passato per ricavarne apprendimenti utili per il nostro oggi (per gli amanti di Baglioni : la vita è adesso), a servizio di una costruzione consapevole del nostro futuro. Ci accompagna a comprendere come procedere un passo alla volta, verificando l’efficacia delle nostre azioni e l’adeguatezza delle nostre risorse rispetto ai nostri obiettivi, permettendoci così, gradualmente, di raggiungere la nostra meta, oppure, di scorgere, un progresso dopo l’altro, da una nuova visuale, una nuova meta, più rilevante per noi. Prova a immaginare di essere a bordo di un treno ad alta velocità: certo, arriverai rapidamente alla meta ma di cosa potrai accorgerti nel tragitto? Vedrai panorami? Scoprirai mete intermedie che potrebbe valere la pena di visitare? Avrai tempo sufficiente per goderti il viaggio? No. A bordo di un treno regionale, invece, potrai provare impazienza. Ma avrai ‘opportunità di osservare i numerosi panorami che si susseguono; potrai vedere come cambiano, godere dell’ispirazione della molteplicità di scenari e prospettive. Potrai decidere che, forse, una fermata in più per esplorare, ti potrebbe piacere e servire. Potrai scegliere con più lucidità. C’è un però. Prima di avviare un percorso di coaching, è bene che si concordi sulle reciproche responsabilità (tema cardine nelle competenze del coach). Da coach lo ricordo ogni volta: posso accompagnare te o il tuo team a vedere che c'è una porta, a scoprire come aprirla con gli strumenti che hai a disposizione, a comprendere gli eventuali ostacoli e identificare come superarli… ma la scelta finale di aprire la porta e varcare la soglia spetta solamente a te. In questo, per me, sta la bellezza del coaching : promuovendo l'autonomia del cliente, creando Indipendenza, perché ciascuno di noi ha i suoi strumenti, basta solo avere voglia di scoprirli e metterli in azione!

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