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Talent Up incontra FFIND: la ricerca di mercato per ripartire dopo la pandemia. Europa e Stati Uniti, dati e opportunità.
Pubblicata il 25/05/2022

Conosco Ennio Armato, Global CEO di FFIND da oltre 10 anni. 

Quando mi ha illustrato il suo progetto di webinar dedicati al racconto del vissuto della fase 1 COVID e mi ha chiesto se desiderassi partecipare non ho avuto dubbi.

Insieme alla sua squadra, di grande valore professionale e di spessore umano, Ennio ha condotto uno studio su cinque Country Europee  e negli USA per rilevare esperienze, paure, speranze delle persone.

 

Nella visione cdi Talent Up, sintetizzata dal modello strategico, tutto parte dalle persone e dall'ascolto attivo. Per generare consapevolezza, empowerment e impatti positivi su performance e benessere aziendali e personali. Come avrei potuto lasciarmi sfuggire l’opportunità, peraltro interculturale, di leggere le evoluzioni sociali, dei bisogni, delle aspettative…attraverso la lente dell'approccio innovativo alla  ricerca promossa da FFIND?

 

Ennio, vuoi raccontare qualcosa della metodologia di ricerca utilizzata?  

Viviamo in un momento storico in cui fare ricerca non è certo semplice: pensa a cosa significhi condurre interviste individuali in presenza o Focus Group con il distanziamento sociale! La tecnologia ha abilitato nuove modalità di interazione e noi abbiamo deciso di fare leva su di esse, a partire dai Social Media.

La nostra soluzione di ascolto (non è pura raccolta dati, perché permette interazione in real time!) si chiama Cube Survey e può raggiungere persone in tutto il mondo, attraverso dei semplici post.

Cube Survey rende possibile l’impossibile: con gli sponsored posts riusciamo a intercettare target che solitamente non si possono reperire sui panel. E il reperimento amplifica la sua potenza grazie alle ri condivisioni che gli utenti stessi fanno con chi ha caratteristiche e interessi simili ai loro.  

C’è un importante studio nella progettazione del post, dall'immagine usata alla call to action:  tutto deve funzionare in modo coerente e sinergico per incentivare il target (giusto) a interagire. 

Per questo studio nello specifico, “Quarantine Voices”,  abbiamo coinvolto le cinque  major Countries Europee e gli USA e somministrato due domande aperte e una chiusa, orientata a misurare il livello di "ottimismo" in relazione al futuro. E abbiamo utilizzato nel post l’immagine della maschera di Decathlon, piuttosto evocativa del periodo!  

 

Come abbiamo letto i dati della ricerca in Talent Up

Abbiamo deciso di procedere in modo qualitativo, per far emergere l’essenza, la Big Picture. E di fare da apripista agli altri protagonisti coinvolti nella maratona digitale di FFIND, perché potessero concentrarsi su dettagli numerici e  approfondimenti verticali.

Sono emerse molte evidenze interessanti, tra cui: 

1) Il 70% dei rispondenti ha indicato almeno 1 aspetto positivo del periodo di quarantena!

Cosa significa? Che abbiamo naturalmente dentro di noi la capacità di trasformare i problemi in opportunità; di riuscire ad ampliare le prospettive e vedere oltre, altro.

Le differenze culturali esistono ma ci sono aspetti che ci accomunano in quanto esseri umani:

  • il bisogno di trovare il nostro centro, il nostro equilibrio, ad esempio
  • la sintonia con il contesto in cui viviamo, con quello in cui lavoriamo
  • l’adozione di ritmi e di modalità di lavoro che rispettino la natura: la nostra, di esseri umani e quella che ci accoglie, in cui siamo immersi. L’energia a disposizione è sempre la stessa e se non la ricarichiamo di esaurisce!
  • la rilevanza di avere un contesto di lavoro in cui, come individui, la nostra espressione personale possa trovare uno spazio adeguato, così come la gestione del  il tempo (ad esempio tramite l’integrazione dello smart working e di tool digitali per la gestione della distanza)
  • il disagio profondo che ci provoca la limitazione della nostra libertà
  • la possibilità di rinunciare anche a spazi di libertà purchè ci sia un motivo per farlo e che questo motivo sia condiviso e non pretestuoso. 

 

So what?

  • Potenziatevi e potenziate le persone che sono il cuore pulsante dei vostri team e delle vostre aziende! Partite dall'ascolto, vero, profondo, attivo, perché è da li che vedrete le opportunità ed su quelle basi che potrete costruire la coesione e l’engagement, indispensabili per performare e generare benessere!
  • Introducete nelle vostre aziende e nelle vostre famiglie modelli di ascolto e comportamento che riconoscano il valore di ciascuno.
  • lasciate perdere la logica command & contril: non è più efficace (fatte salve rare eccezioni) e, anzi, può essere dannoso.
  • Comunicate in modo chiaro e diretto

 

2) Per il 12% le relazioni sociali, alla ripartenza peggioreranno.

Forse c’è il timore che “gli altri” non rispettino le regole e che si torni in lock down e che ciò generi spirali di aggressività. O di trovarsi in situazioni di rischio per la salute e la vita stessa. Oppure si teme che gli abbracci non potranno più essere quelli di prima...

 

La scelta di come saranno le relazioni sta a noi. A ciascuno di noi.  

 

Non ho mai creduto nello slogan “Andrà tutto bene”.

Credo molto invece nell’ “andrà come la faremo andare”. Con il nostro impegno, il nostro coraggio, il nostro senso civico, per quanto sta nella nostra sfera di influenza. 

Abbiamo l’opportunità di rifondare modelli relazionali e culturali, per dare una prospettiva di vita e prosperità a noi stessi e ai nostri figli.

Carpe diem.   

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