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LUCA ALTIMANI, PROFESSIONE COPYWRITER Benvenut* in STORIES, un progetto di BGTalentUp. Un viaggio attraverso le storie di persone che hanno costruito il loro successo, passo dopo passo. Lasciati ispirare e traccia la tua rotta: c’è un mondo pieno di possibilità per fare brillare i tuoi talenti   Oggi è con noi Luca Altimani, professione copywriter. Passione, professionalità e irriverenza sono le prime tre parole che mi vengono in mente quando penso a Luca Forse Luca avrebbe trovato anche la terza parola con la ‘P’ e avrebbe raccontato il modello delle 3P, magari attribuendolo a un qualche ‘guru’ del marketing, vivente o di fantasia. Ma questa intro Luca non l’ha letta ! Il mio invito è : godetevi l’ascolto, leggete le righe e tra le righe: in entrambi i luoghi si trovano cose bellissime! Grazie Luca, per averci regalato non solo informazioni sul tuo percorso professionale , ma anche su ciò che sta dietro le quinte. Buona lettura!     Ti va di iniziare con qualcosa che parli di te? Una frase, un colore, un gioco…   “Mai prendersi troppo sul serio, che la vita è breve” Che lavoro fai? Adoro scrivere e tutto ciò che è espressione creativa. Oggi faccio il copywriter, ma anche il content creator. Ma in parte anche il social media manager. Insomma, se inserisco tutte le etichette scrivo un libro. Quello che faccio oggi non mi definisce, domani potrei essere in radio, sul set di un film oppure alla cassa del Conad, e andrebbe benissimo così. Come si connette la frase, il colore, il gioco…che parla di te con la tua attività professionale? La connessione tra la frase e la professione che svolgo sta nel fatto che sono molto ironico e autoironico, perché voglio dimostrare come è tranquillamente possibile essere professionali pur non prendendosi troppo sul serio. E’ qualcosa che è sempre stato così o lo è diventato nel tempo? Ti va di raccontare la tua storia professionale attraverso i passaggi che ritieni più significativi? Mi è sempre piaciuto ridere e far ridere, anche se mi considero una persona molto profonda. Prima l’ironia era smorzata dalla sensazione di vivere in una società che ti vuole serio a tutti i costi, col tempo ho iniziato a fregarmene e oggi mi esprimo come voglio. La mia storia professionale è relativamente breve (27 anni sul pianeta), ho iniziato a lavorare facendo l’agente immobiliare, poi sono entrato in contatto con la realtà di Commenti Memorabili in cui sono stato uno degli admin per 3 anni. In seguito ho fatto il falegname per qualche mese e infine sono tornato sui social dove attualmente faccio il copywriter e il creatore di contenuti. Cosa ti ha fatto passare da una tappa all’altra? Quali motivazioni ti hanno spinto? Cosa/chi ti ha sostenuto? Cosa/chi ti ha guidato? L’agente immobiliare ho smesso di farlo dopo un anno, i ritmi erano (per me) insostenibili e arrivavo a casa prosciugato e infelice. Trovare Commenti Memorabili è stato l’inizio della mia “carriera” sui social, e nei social ho visto un’ottima possibilità di esprimere la creatività che ho sempre avuto. Dopo 3 anni ho lasciato Commenti Memorabili e ho iniziato un anno sabbatico (quasi sabbatico, ho aiutato un falegname per qualche mese) in cui ho viaggiato e mi sono semplicemente goduto la vita. Questo risposo e questa pace dei sensi mi ha permesso di fare chiarezza e decidere di tornare sui social, dove tutt’ora lavoro. Quanto è importante avere chiara la meta a cui si vuole arrivare? E quanto è importante avere in mente l’impronta che si vuole lasciare nel mondo? Andrò controcorrente rispetto ai soliti discorsi, ma non sempre avere un obbiettivo o una meta è la cosa migliore. In alcune fasi della vita è semplicemente meglio lasciarsi trasportare dal caos, perché un treno che non corre sui binari deve trovare altri sistemi per “avanzare”. Non sono io che devo inseguire gli obbiettivi, sono loro che devono inseguire me e stare al passo con le mie evoluzioni. Nel tuo lavoro il mercato/settore fa la differenza? E l’azienda in cui si lavora fa la differenza?  Ci sono competenze soft / hard specifiche? E quali sono le competenze che è sempre necessario avere per fare un lavoro come il tuo?  Per fare il copywriter o comunque lavorare con la scrittura è necessario avere empatia. L’empatia è l’unica cosa che fa capire che a scrivere è un essere umano e non un robot freddo e senza sentimenti, e questo per me fa davvero la differenza. Contrariamente a quanto si pensa, non è necessario conoscere ogni singola parola nel dizionario, ma avere la giusta sensibilità per capire quali parole utilizzare e quali non utilizzare in base al contesto, situazione, obbiettivo. Cosa significa per te avere successo? Svegliarmi ogni mattina in una casetta di legno su una spiaggia in Sardegna, con la mia donna e un’ottima scorta di vino rosso. Tutto ciò lavorando in smart working, ma sarebbe ancora meglio non dover pensare al ricatto esistenziale per cui bisogna lavorare per mangiare. La vera ricchezza per me è fare ciò che voglio quando voglio, oltre ad amare nel suo senso più vasto. Oltre alle competenze cosa serve per avere successo? Le competenze sono una grande fetta ma solo legate al tempismo: l’occasione giusta al momento giusto è fondamentale, ma senza competenze si rischia di non riuscire a coglierla. Ah, senza dimenticarsi della buona e vecchia botta di c*lo. Come vedi il fallimento, l’errore? Il fallimento è parte integrante del fatto di essere umani, quindi esseri finiti e “fallibili”. Di sbagli ne ho fatti e ne faccio di continuo, tanto che ho fatto del fallimento un’arte. Non mi ha mai preoccupato il fatto di sbagliare, visto che non devo dimostrare niente a nessuno. L’unica cosa che mi preoccupa, a volte, è il pensare di non aver fatto abbastanza. Quando dialogo interiormente con me stesso e capisco che in una situazione ho fatto il possibile ma non è andata bene, sono tranquillo comunque. Ti è capitato di vederti chiudere delle porte nel tuo cammino? Di “cadere”? Cosa hai fatto? Dopo aver lasciato Commenti Memorabili e post anno sabbatico, mi sono riapprocciato al mondo dei social inviando dei CV ad aziende del mio settore. A volte non mi chiamavano nemmeno per un colloquio, nonostante nel CV indicassi di aver lavorato in Commenti Memorabili. Questo mi ha fatto letteralmente incazzare, e ho deciso che da loro non volevo niente, potevano anche tenersi il loro posto di lavoro. Questa rabbia si è trasformata in voglia di rivalsa, e ho iniziato a fare personal branding su Linkedin. Non amo giudicare i miei risultati, posso solo dire che dopo nemmeno un mese sono stato contattato da aziende a cui avevo precedentemente inviato il CV e che non mi avevano mai risposto prima.:  “Buongiorno Altimani, è ancora disponibile per un colloquio?” “Grazie eh, davvero. Ma anche no” Quali dubbi hai avuto e quali momenti di epifania? Cosa ne hai fatto? Ho sempre dubbi su tutto, sono una persona che si interroga molto e si mette costantemente in discussione. La cosa che mi tranquillizza è stato capire che devo sempre seguire il mio istinto, anche se subito ho l’impressione che mi porti verso la distruzione. In realtà, spesso vede il futuro molto meglio di me. Cosa hai capito di te nel tuo percorso? Cosa hai imparato? Ho imparato che non riesco a lavorare senza divertirmi, che ho bisogno di poter esprimere sempre la mia creatività, indipendentemente dal veicolo. Ah, e seguire l’istinto, ma l’ho già detto. C’è qualcuno che ti è stato particolarmente vicino nei momenti critici? Nelle scelte più grandi? I miei genitori mi sono sempre stati vicini e hanno cercato di consigliarmi al meglio, ma spesso ero io a sapere davvero cosa fare. Ultimamente, anche la mia ragazza Ilaria ha avuto un ruolo molto importante nell’aiutarmi a trovare una strada. Cosa ti motiva, cosa tiene alta la tua energia? La mia energia non è sempre alta, a volte vado a mille e a volte sono scarico e ho bisogno di ricaricare le batterie. Il mito dell’uomo sempre attivo e motivato lo lascio ad altri. Però posso dire che la voglia di creare e condividere è la vera forza motrice. Che rapporto hai con la fatica? Hai presente quando un datore di lavoro parla di un suo dipendente e dice: “Questo è davvero instancabile”? Ecco, l’esatto contrario. Se non riesco a gestire il mio tempo e il luogo del mio lavoro, mi prosciugo in fretta e vorrei solo scomparire. Solo quando sono in fase creativa non sento la fatica, entro nel flusso e l’energia fluisce che è una meraviglia. Quanto è importante per te, nella riuscita professionale lo studio? E che tipo di studio? Università, corsi specialistici…altro? Io ho un diploma di liceo scientifico, ma ho scelto di non andare all’università. Non ho nulla contro di essa, semplicemente ero stanco di vivere fasi dove qualcun altro doveva “giudicarmi” e quasi avere il potere di decidere il mio futuro, quindi ho lasciato perdere. Sono convintissimo che la cosa essenziale sia una buona educazione familiare, dove “familiare” assume diversi significati, la tua famiglia non deve essere per forza quella biologica. Bisogna imparare in qualche modo a stare al mondo, a rispettare il prossimo e ad avere una mente che funziona in modo proprio, che non segue gli schemi. Questo è un requisito fondamentale che può portarti a fare strada anche senza avere titoli particolari, ma la formazione, se si appoggia ad un’educazione di vita solida, può certamente fare meglio. Di base la formazione è importante, ma non nella versione “ansiosa” che voglio venderti oggi, ossia quella del “chi non si forma è morto”, “bisogna sempre imparare ogni giorni”, “mai fermarsi” e via dicendo. Signori, relax. E il confronto con altre persone? Fondamentale. Essere aperti al dialogo, senza giudizio, apre strade bellissime e inaspettate. Ogni persona che incontri vede la realtà in modo diverso da te, è un mondo vivo e pulsante, quindi può darti idee e punti di vista freschi e arricchire la tua “esperienza nel mondo”. Se un avvocato pensa di non avere niente da imparare da un commesso, si sbaglia di grosso. E l’esperienza sul campo? Fondamentale, di nuovo. La teoria è un buon supporto, ma senza sapere come applicarla è solo conoscenza fine a se stessa. Nel mio lavoro, ancora oggi probabilmente utilizzo qualche “tecnica” senza sapere quale sia il suo nome nei libri che vendono sull’argomento. Ti va di riassumere cosa accade nella tua giornata tipo? Attività che fai, persone che incontri… Oggi ho una vita abbastanza solitaria, vado in palestra al mattino verso le 7 (non perché l’ho letto su un libro di qualche guru, ma perché a quell’ora in palestra non c’è nessuno e gli attrezzi sono quasi tutti liberi) e inizio a lavorare verso le 9. Alcuni giorni lavoro tutto il giorno, altri non lavoro nemmeno un’ora. L’unica certezza è che non saprò mai con certezza come andrà la giornata. Oggi vado a letto abbastanza presto in settimana, diciamo che in passato che ero più da movida selvaggia. Quali altre tappe lavorative vedi da qui in poi? Se ti va di condividerlo, sono connesse in qualche modo a obiettivi di vita? Non ho idea di cosa mi riserverà il futuro, ma vedo tutte cose in cui la creatività è il motore pulsante. Come dicevo all’inizio, potrei andare in radio, essere su un set di un film, scrivere un libro, scrivere una canzone. E ognuna di queste cose non escluderebbe l’altra, voglio avere la libertà di sperimentare senza restrizioni. Cosa porti e cosa ricevi nel tuo lavoro? La soddisfazione data dalla creazione di qualcosa che piace prima a me, poi agli altri. Far divertire me stesso e gli altri non ha prezzo, ed oggi è quello che faccio. Chi mi contatta per lavorare sa già bene che tipo di comunicazione aspettarsi, quindi diciamo che la maggior parte dei lavori che accetto mi piacciono già in partenza. Cosa ti fa sentire davvero soddisfatto? Il lavoro per come lo faccio oggi, una cena in cui ci si ubriaca e si parla di filosofia, escursioni in mezzo alla natura, lo sport, condividere tempo con le persone a cui tengo. Se era una domanda riferita solo al lavoro mi dispiace, il lavoro per me è solo una parte e, in proporzione, nettamente meno importante rispetto alle meraviglie del mondo e delle persone. Secondo te, c’è un momento in cui è troppo tardi cambiare strada per seguire il proprio sogno? Non è mai troppo tardi per cambiare, è possibile stravolgere la propria vita in qualsiasi momento. C’è una cosa però da tenere in conto, ossia che è molto più facile “sperimentare” senza troppi problemi quando si hanno meno responsabilità. Se hai famiglia e dei figli, devi pensarci bene prima di prendere delle decisioni radicali, soprattutto perché nessuno ti ha obbligato a metterti in quella situazione, quindi la responsabilità è molto alta e le decisioni vanno seriamente ponderate. Una frase che hai voglia di regalare a chi ci segue Tra non troppo tempo finiremo tutti in una cassa di legno, quindi non prendiamoci troppo sul serio. Cerchiamo di vivere nel modo più sereno possibile nonostante i problemi, e utilizziamo una buona dose di ironia per contrastare i momenti duri. I problemi non smettono di esistere perché ridiamo, ma ridendo li facciamo sembrare più piccoli. E tutto è più gestibile quando è più piccolo. PS: Questo non vale a letto, ovviamente.   Vi saluto di cuore, vi voglio bene (anche se non vi conosco) e vi auguro una vita stupenda e che trasudi emozione da tutti i pori.   Le parole che hai letto sono di Luca.  Nessun Intervento di omologazione è stato fatto da BGTalentUp, perché crediamo che la diversità sia un valore; perché ogni storia è di chi la vive e per noi è importante rispettarne lo spazio e l’identità e promuoverli presso chi riceve la storia in dono.  STORIES è un progetto sociale che ha lo scopo di aprire nuove prospettive a chi ha voglia di vederle.  STORIES è un progetto che ha l’ambizione di ispirare ciascuna persona a scoprire, nutrire, far brillare i propri talenti.  Possiamo lasciare la nostra impronta nel mondo in molti modi. Ciascuna impronta, se costruisce per noi e per gli altri, ha uguale rilievo.      Se desideri condividere un pensiero, una domanda, una considerazione le porte di BGTalentUp sono sempre aperte! Scrivi a barbara@talent-up.it Interagisci su LinkedIn dove troverai anche una breve video intervista (formato Social!) a Luca Altimani.  Ogni intervento che onorerà la curiosità di scoprire e la storia che è stata generosamente condivisa è benvenuto. 

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Stefania Conrieri, caporedattrice e giornalista professionista di Edizioni Riza Benvenut* in STORIES, un progetto di BGTalentUp. Un viaggio attraverso le storie di persone che hanno costruito il loro successo, passo dopo passo. Lasciati ispirare e traccia la tua rotta: c’è un mondo pieno di possibilità per fare brillare i tuoi talenti   Oggi è con noi Stefania Conrieri, caporedattrice e giornalista professionista di Edizioni Riza. Stefania ama il video storytelling e l’equitazione: una passione, uno sport che le ha insegnato che non importa quante volte si cade da cavallo: ciò che conta è  rialzarsi con la stessa grinta e voglia di andare avanti.  Grazie Stefania, per averci regalato non solo informazioni su cosa e come hai fatto a diventare caporedattrice e giornalista professionista in Edizioni Riza, ma su ciò che sta dietro le quinte. Un dono prezioso, esempio di tenacia e trasformazione. Buona lettura!         Ti va di iniziare con qualcosa che parli di te? Una frase, un colore, un gioco… “La bellezza salverà il mondo”, amo molto questa frase di Fedor Dostoevskij nell’Idiota. Sono un esteta, mi piace tutto ciò che emana bellezza e cerco anche nella mia professione di arrivare sempre a un risultato che sia bello da leggere, da vedere, da ascoltare. Ricerco la bellezza in ogni ambito della mia vita: nelle persone, nelle cose, nei paesaggi, nei gesti. Per me la bellezza è quell’armonia da cui scaturiscono emozioni e trasformazioni. Se invece dovessi scegliere un colore per esprimermi direi il blu: sobrio ed elegantissimo in tutte le sue sfumature, classico e di tendenza. Insomma per me irrinunciabile. Che lavoro fai? Sono una giornalista professionista, caporedattore. Mi occupo da più di vent’anni del coordinamento redazionale e della realizzazione autonoma di riviste e libri. Scrivo prevalentemente di benessere e food ma adoro anche i temi del lifestyle, del costume e della moda. Negli ultimi tempi, in linea con gli sviluppi della professione giornalistica, mi sono specializzata in videointerviste digitali e video storytelling. Adoro raccontare storie abbinando il testo alle immagini e alla musica. Ogni volta è una sfida nuova. All’inizio è il caos ma poi i vari pezzi del puzzle magicamente si incastrano e si ricompongono alla perfezione. Il risultato finale mi dà grande soddisfazione. Come si connette la frase, il colore, il gioco…che parla di te con la tua attività professionale? Il blu, ripeto, è un colore raffinato e semplice, classico e moderno. Cerco di trasferire nella mia professione gli stessi valori, curando al massimo ciò che faccio ma partendo da idee semplici che rivedo in chiave originale e personale. Il racconto deve poggiare su una base tradizionale su cui sperimentare nuove strade in una continua fusione di innovazione e tradizione. Il linguaggio deve essere semplice ma curato per esprimere concetti complessi rendendo il contenuto chiaro e comprensibile a tutti. Non sopporto la banalità. E’ qualcosa che è sempre stato così o lo è diventato nel tempo? Ti va di raccontare la tua storia professionale attraverso i passaggi che ritieni più significativi? Ho sempre pensato, fin da bambina, di lavorare con le parole e con la scrittura. Mio padre, medico, aveva una vena creativa fortissima. Nel tempo libero scriveva poesie, articoli e libri grazie ai quali ha vinto diversi premi letterari importanti. Era un cultore di Italo Calvino e di Eugenio Montale, due mostri sacri della nostra letteratura, di cui mi leggeva e mi citava continuamente i passi più belli delle loro opere. Non so se in virtù di questo modello educativo o anche per una predisposizione innata, da piccola ho sempre avuto molta fantasia, sentivo il bisogno fortissimo di creare mondi immaginari in cui buttare la testa ogni volta che ne avessi la possibilità. Dopo l’università ho lavorato per tre anni all’università Bocconi come insegnante di lingua straniera. A 23 anni mi sono ritrovata catapultata in un’aula con 200 alunni a fare lezione. Ricordo come se fosse ieri quei 400 occhi puntati su di me come fari… Il primo giorno stavo per svenire dalla paura ma poi mi sono abituata e mi è servito per acquisire la capacità di parlare in pubblico senza problemi. Un’abilità che sto sfruttando oggi nelle videointerviste. Grazie a mio zio, docente alla Normale di Pisa, ho avuto la possibilità di fare un lungo stage in Rcs libri, nella redazione dei manuali illustrati Rizzoli. È stata un’esperienza molto formativa perché all’epoca, alla fine degli anni Novanta, i vari gruppi editoriali, Bompiani, Rizzoli, Fabbri, Bur, Sonzogno ecc. erano stati da poco accorpati sotto il marchio Rcs. Si respirava in azienda un clima strano di grande cambiamento e spaesamento come dopo un terremoto. Era l’inizio di una nuova era nel mondo editoriale che segnava la fine delle case editrici gestite dalle grandi famiglie. Il personale era disorientato e a volte incattivito: muoversi in quell’ambiente post atomico mi ha aiutata a farmi le ossa. Finito lo stage ho collaborato per qualche anno per la redazione dei cataloghi per le mostre di Palazzo Grassi a Venezia, un’esperienza artistica che mi ha insegnato moltissimo e che non dimenticherò mai. Da lì sono passata in De Agostini nella redazione di libri illustrati e dopo una breve ma intensa collaborazione con Franco Maria Ricci sono passata ai periodici femminili occupandomi di lifestyle, moda e beauty. Nel frattempo ho fatto l’esame da professionista a Roma. Dieci anni dopo in modo del tutto casuale, sono approdata a Riza da Raffaele Morelli, una realtà editoriale dove sono cresciuta moltissimo e ho acquisito molta autonomia nel lavoro, imparando a gestire da sola una o più riviste.   Cosa ti ha fatto passare da una tappa all’altra? Quali motivazioni ti hanno spinto? Cosa/chi ti ha sostenuto? Cosa/chi ti ha guidato? Penso sempre che i passaggi da un lavoro all’altro siano stati forse un po’ frutto del caso ma non è vero. Ho iniziato in università, sono passata ai libri ma il mio obiettivo sono sempre stati i giornali. Alla fine degli anni ’90 inizio 2000 il lavoro giornalistico e redazionale era ancora abbastanza flessibile e c’era la possibilità di cambiare facilmente acquisendo nuove esperienze anche in ambiti redazionali diversi. Sono stata fortunata. Quanto è importante avere chiara la meta a cui si vuole arrivare? E quanto è importante avere in mente l’impronta che si vuole lasciare nel mondo? Avere chiaro in testa ciò che si vuole fare e ciò che si vuole diventare è fondamentale, anche se il processo di cambiamento nel nostro mestiere dura per sempre. Tornassi indietro userei maggiore audacia nel raggiungere i miei obiettivi. Ero all’epoca una ragazza tenace ma un po’ insicura e, pur avendo in mente la mia strada, ero frenata dalla paura di non essere all’altezza. Che sciocca! Mi sono giocata qualche opportunità ma oggi sono comunque soddisfatta del mio percorso (che non è ancora finito…). Ai giovani consiglio di cercare con tutte le loro forze ciò che desiderano e che gli viene facile da fare. In genere le due cose coincidono. Chi ha talento emerge, non c’è crisi che tenga! Inoltre suggerisco di aggiornarsi continuamente, di essere appassionati e curiosi, di usare mille occhi per leggere, guardare e osservare tutto ciò che ci circonda. E poi, ogni tanto, bisogna anche osare… Nel tuo lavoro il mercato/settore fa la differenza? E l’azienda in cui si lavora fa la differenza?  Ci sono competenze soft / hard specifiche? E quali sono le competenze che è sempre necessario avere per fare un lavoro come il tuo? Il lavoro giornalistico e il mondo editoriale sono cambiati radicalmente negli ultimi dieci anni. E l’emergenza pandemica ha accelerato incredibilmente questa trasformazione. Il digitale ha preso sempre più piede sul cartaceo che ormai da tempo soffre, a causa di un’informazione che, con l’avvento dei social network, è diventata sempre più veloce e a prova di clic. Secondo me oggi, per avere più chance di lavoro, è fondamentale che il giornalista inglobi dentro di sé un maggior numero di competenze possibili. Non esiste più il giornalista della carta stampata e quello del web ma le due anime professionali si sono fuse fra loro. Una buona base giornalistica data dall’esperienza sulla carta stampata non è sufficiente. Bisogna anche saper adattare la propria scrittura al digitale, conoscere come funzionano i social (anche negli aspetti più tecnici), avere competenze SEO e di videomaking, un settore quest’ultimo che vedo in forte espansione nei prossimi anni. Il racconto per immagini, stile Netflix, mi piace e piace moltissimo. Cosa significa per te avere successo? Fare bene il mio lavoro, metterci tutta me stessa e la mia unicità. Tornare a casa felice e appagata perché hai fatto del tuo meglio e qualcuno ha apprezzato il tuo sforzo. Se non hai scoperto qualcosa di strano durante la giornata, non è stato un granché di giornata., mi pare dicesse qualcuno. Oltre alle competenze cosa serve per avere successo? Il carattere gioca un ruolo determinante. Entrare in empatia con le persone con cui lavori, mantenere un buon equilibrio fra il tuo obiettivo e il benessere di chi ti aiuta a raggiungerlo è la carta vincente. È la cosa più difficile però, lo ammetto.   Comevedi il fallimento, l’errore? All’inizio, quando ero più giovane, vivevo malissimo l’errore. Non dicevo nulla ma quando qualcuno mi demoliva un pezzo o un lavoro, mi sentivo morire. Oggi invece cado e mi rialzo di continuo, senza colpo ferire. Anzi mi fa piacere quando mi correggono perché significa imparare qualcosa di nuovo e avere la possibilità di crescere ancora. Ti è capitato di vederti chiudere delle porte nel tuo cammino? Di “cadere”? Cosa hai fatto? Per fortuna non mi è mai capitato che qualcuno ostacolasse il mio cammino. Ancora prima di laurearmi avevo già una proposta di lavoro in Bocconi e da allora non sono mai stata a casa neppure un giorno. Ho invece avuto dei momenti di crisi professionale in cui non ero pienamente soddisfatta di quello che stavo facendo ma non sapevo bene come uscirne. La mia mente girava a vuoto, una brutta sensazione claustrofobica. Come ne sono uscita? Facendo, cercando e trovando nuovi modi di raccontare e nuove strade. Cosa hai capito di te nel tuo percorso? Cosa hai imparato? Ho capito che sono fortissima e che ho molte risorse al mio interno. Ho bisogno, però, di trovare continuamente nuovi stimoli altrimenti mi annoio (questo è un mio limite ma anche un mio pregio). Senza passione, non riesco a fare nulla. C’è qualcuno che ti è stato particolarmente vicino nei momenti critici? Nelle scelte più grandi?  Mio marito. Lui è un ingegnere e a differenza mia ha un approccio molto razionale e pragmatico ai problemi. Quando sono sulla ruota e corro come un criceto, lui mi blocca e mi fa scendere. E poi mi infonde speranza, è un ottimista per natura. Cosa ti motiva, cosa tiene alta la tua energia? L’idea che non siamo mai arrivati a una meta ben definita ma ogni giorno è buono per trovare altri obiettivi e altre sfide. Che rapporto hai con la fatica? Quando fai un lavoro che ti piace non senti la fatica. Quanto è importante per te, nella riuscita professionale lo studio? E che tipo di studio? Università, corsi specialistici…altro? La teoria è importante per costituire una base professionale ma va affiancata alla pratica. In Italia si fabbricano ancora troppi laureati che non hanno alcuna idea di cosa significhi lavorare per davvero, confrontarsi con una redazione. Mi è capitato spesso di lavorare con stagisti plurilaureati e con master di specializzazione in editoria totalmente privi di senso pratico e di una visione d’insieme del mestiere. E poi non vedevo nei loro occhi la scintilla. E il confronto con altre persone? È vitale. Lo vedo quotidianamente: a volte ho un’idea cui non riesco a dare forma. Ne parlo con qualcuno e mi viene istantaneamente un’illuminazione. Ti va di riassumere cosa accade nella tua giornata tipo? Attività che fai, persone che incontri… Dovendo gestire un mensile e due bimestrali la mia giornata lavorativa è piuttosto densa di cose da fare. Bisogna essere molto organizzati e rigorosi per riuscire a fare tutto. Mi confronto quotidianamente con l’editore e i collaboratori esterni per trovare nuove idee di articoli, preparo i timoni delle riviste facendo lavoro di ricerca sugli argomenti e seguo i nuovi trend topic del momento, realizzo interviste e scrivo pezzi, e mi dedico alla cucina redazionale completa degli impaginati su Indesign lavorando a stretto contatto con i grafici. Cucina redazionale significa titolare il pezzo, allungarlo e tagliarlo per adattarlo all’impaginato, scrivere le didascalie, i sommari e gli occhielli. Verificare che le immagini scelte si sposino bene al testo valorizzandolo. Due o tre volte al mese realizzo videointerviste su zoom con esperti sui temi di mia responsabilità in ambito editoriale. Quali altre tappe lavorative vedi da qui in poi? Se ti va di condividerlo, sono connesse in qualche modo a obiettivi di vita? Mi piacerebbe specializzarmi sempre di più nel videomaking (una mia passione) e magari realizzare servizi editoriali customizzati per aziende e clienti che comprendano videointerviste sulla loro attività, sulla storia e sulla produzione del loro prodotto in cui vengano fuori le emozioni e la creatività dei protagonisti e dei prodotti made in Italy. Il nostro paese è pieno di realtà imprenditoriali e artigianali da raccontare. Che talenti deve avere, scoprire, allenare una persona per essere un professionista di valore nel tuo campo? Intendo sia un giovane o una giovane agli inizi della sua carriera, sia una persona adulta che vuole riposizionarsi. Il principale talento che deve possedere chi vuole fare questo mestiere è scrivere bene. Più la scrittura ha uno stile tuo, originale, più è di valore. Quindi talento e originalità sono le due doti più importanti da affiancare a passione, fiuto e buon gusto.  Secondo te, c’è un momento in cui è troppo tardi cambiare strada per seguire il proprio sogno? Assolutamente no. Non è mai troppo tardi per cambiare strada, evolvere e trasformarsi. Una frase che hai voglia di regalare a chi ci segue “Nessuno può impedirti di agire e di esprimerti sempre in conformità alla natura di cui sei parte”. Marco Aurelio     Le parole che hai letto sono di Stefania.  Nessun Intervento di omologazione è stato fatto da BGTalentUp, perché crediamo che la diversità sia un valore; perché ogni storia è di chi la vive e per noi è importante rispettarne lo spazio e l’identità e promuoverli presso chi riceve la storia in dono.  STORIES è un progetto sociale che ha lo scopo di aprire nuove prospettive a chi ha voglia di vederle.  STORIES è un progetto che ha l’ambizione di ispirare ciascuna persona a scoprire, nutrire, far brillare i propri talenti.  Possiamo lasciare la nostra impronta nel mondo in molti modi. Ciascuna impronta, se costruisce per noi e per gli altri, ha uguale rilievo.      Se desideri condividere un pensiero, una domanda, una considerazione le porte di BGTalentUp sono sempre aperte! Scrivi a barbara@talent-up.it Interagisci su LinkedIn dove troverai anche una breve video intervista (formato Social!) a Stefania Conrieri.  Ogni intervento che onorerà la curiosità di scoprire e la storia che è stata generosamente condivisa è benvenuto. 

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Giampaolo Grossi, General Manager di Starbucks Italia Benvenut* in STORIES, un progetto di BGTalentUp. Un viaggio attraverso le storie di persone che hanno costruito il loro successo, passo dopo passo. Lasciati ispirare e traccia la tua rotta: c’è un mondo pieno di possibilità per fare brillare i tuoi talenti   Oggi è con noi Giampaolo Grossi, General Manager in Starbucks Italia. La sua storia parla di ascolto e dedizione, di impegno costante e di intraprendenza, di centralità delle persone. Perché le opportunità esistono, se ci diamo da fare per costruirle. Perché non è mai tardi per arrivare dove vogliamo, se non smettiamo di sognare. Grazie Giampaolo, per averci regalato non solo informazioni su cosa e come hai fatto a diventare General Manager di Starbucks Italia, ma su ciò che sta dietro le quinte. Un dono prezioso, esempio di una leadership ecologica e potente, nella sua gentilezza. Buona lettura!       Ti va di iniziare con qualcosa che parli di te? Una frase, un colore, un gioco… La pazienza è una pratica senza tempo Che lavoro fai? Dirigente di Azienda. Come si connette la frase, il colore, il gioco…che parla di te con la tua attività professionale? Ci vuole sempre calma e ponderazione nel prendere delle decisioni. Col tempo ho imparato a riflettere prima di “reagire”. Questo mi ha portato ad “agire” in modo consapevole permettendomi di essere fiero di ogni decisione presa, che non significa aver fatto bene oppure aver sbagliato, ma significa averlo fatto facendo tutte le considerazioni per te stesso e per gli altri. E’ qualcosa che è sempre stato così o lo è diventato nel tempo? Ti va di raccontare la tua storia professionale attraverso i passaggi che ritieni più significativi? Il mio percorso nasce precisamente a 6 anni quando mia madre è venuta a mancare. Questo avvenimento mi ha segnato per la vita. Potevo scegliere che persona diventare ed ho scelto il percorso di renderla fiera ogni giorno. Ho iniziato a lavorare sui campi di calcio per poi 35 anni dopo, essere in un campo di caffè in questa meravigliosa azienda che è Starbucks. Ho giocato professionalmente a calcio per molti anni fino a che avevo capito che Roberto Baggio non potevo diventare per ovvie qualità tecniche che non avevo come lui ?? Allora mi sono appassionato al mondo delle persone, passione che ho sempre avuto, in precisione nel mondo dell’accoglienza e dell’hospitality. Iniziando un corso di bar ho imparato a vivere dietro ad un bancone, divertendomi e studiando ogni giorno per acculturarmi in questo mestiere. Questo mi ha dato la forza di partire dopo varie esperienze in Italia ed andare in America a NYC, città che considero mia e che amo.  Ho fatto di tutto dal bartender, cameriere, assistant manager, restaurant manager e poi general manager (ps: ho pulito anche i servizi quando c’era da farlo). Da NYC a Kuwait city, per poi Miami e Naples in Florida per poi rientrare nella city, NYC.  Poi, sentivo l’aria italiana che mi chiamava e così sono approdato a Milano con il Gruppo Prada per uno splendido progetto nel food and beverage chiamato Pasticceria Marchesi.  Esperienza importantissima della mia carriera che però dopo 2 anni volgeva al termine per la voglia e desiderio di tornare in America.  A pochi mesi dal rientro in America per un nuovo incarico in Manhattan, l’America stessa è venuta a cercare me, con il colosso del caffè Starbucks.  Da qui è storia, 18 colloqui diversi a giro per il mondo e l’agosto 2017 sono stato assunto per guidare l’apertura della magnifica Roastery di Milano in Piazza Cordusio. Sono fiero del ruolo e mi ritengo molto fortunato di rappresentare un brand così importante. Cerco di meritarmelo ogni giorno con impegno, devozione e sacrificio.  Cosa ti ha fatto passare da una tappa all’altra? Quali motivazioni ti hanno spinto? Cosa/chi ti ha sostenuto? Cosa/chi ti ha guidato?  La fede in me stesso è stata fondamentale. Il cercare di fare sempre un passo in più, anche.  Non mi sono mai fermato, cercando di imparare a fare altro, gettandomi in avventure improvvise, con i miei dubbi e le mie paure ma anche con le certezze e le mie capacità costruite un giorno alla volta.  L’empatia è stata quella ricetta segreta che mi ha accompagnato in ogni passo. Probabilmente il mio passato mi ha permesso di sviluppare determinate sensibilità che mi permettono di ascoltare maggiormente il mondo esterno e quello interno di te stesso.  Nel tempo sto imparando a gestirla con pazienza e ponderazione, in particolare per aiutare gli altri.  Quanto è importante avere chiara la meta a cui si vuole arrivare? E quanto è importante avere in mente l’impronta che si vuole lasciare nel mondo? Non so cosa vorrò fare da grande… so cosa voglio fare oggi e mi concentro su di esso. Cerco di agire come se fossi già l’obiettivo di domani, e quando a mezzanotte e un minuto è iniziato il nuovo giorno penso già a quello successivo lavorando sul presente.  Il passato non si può modificare ma serve per migliorarsi.  Il futuro è fatto di incertezze per ognuno di noi, ma il presente è un dono da vivere a pieno.  Nel tuo lavoro il mercato/settore fa la differenza? E l’azienda in cui si lavora fa la differenza?  Ci sono competenze soft / hard specifiche? E quali sono le competenze che è sempre necessario avere per fare un lavoro come il tuo? Ogni lavoro merita rispetto. Non credo che ci siano lavori dove le proprie capacità emozionali valgano meno. Ogni lavoro merita ed ha bisogno di passione ed amore per quello che si fa.  Mia nonna mi diceva sempre “ci vuole costanza sacrificio e volontà per arrivare”. Ecco per me sta tutto li in queste tre parole.  Chiaramente crescendo si imparano e si sviluppano determinate capacità che ci aiutano a gestire le relazioni e le situazioni.  Ma la caparbietà, il rispetto, l’educazione e la voglia di fare possono farti arrivare in alto.      Cosa significa per te avere successo?  Essere una persona meritevole di rispetto, tutto qui.  Oltre alle competenze cosa serve per avere successo?  Calma, Visione e Vulnerabilità.  Come vedi il fallimento, l’errore?  Una grande meravigliosa opportunità di miglioramento e di insegnamento.  Ti è capitato di vederti chiudere delle porte nel tuo cammino? Di “cadere”? Cosa hai fatto?  Tante porte mi sono state chiuse, tante persone hanno cercato di frenarmi, di mettermi da parte.  Hanno provato a rallentarmi ma ho sempre tenuto la testa alta. E con rispetto ho sempre camminato la mia strada sempre rispettando tutti sono andato avanti.  Quali dubbi hai avuto e quali momenti di epifania? Cosa ne hai fatto?  Vivo ancora oggi i miei dubbi. E questo mi aiuta a prendere decisioni, a vedere le cose da punti di vista diversi. Mi stimola a “indossare le scarpe altrui” per capire e comprendere gli altrui percorsi. I dubbi portano ad agire piuttosto che reagire.  Chi dice di non avere dubbi nella vita secondo me sta rischiando di non voler vedere le proprie opportunità.  Cosa hai capito di te nel tuo percorso? Cosa hai imparato?  Che sono un testardo, ma buono e genuino in tutto quello che fa.  C’è qualcuno che ti è stato particolarmente vicino nei momenti critici? Nelle scelte più grandi?  Mia sorella è sempre stata al mio fianco in ogni modo, lei è un po’ il mio angelo in terra.  Cosa ti motiva, cosa tiene alta la tua energia?  La musica, il ritmo sono energie che necessito. Amo correre con la musica. Ricarico le batterie e riparto per nuove sfide e possibilità.  Che rapporto hai con la fatica?  Mi diverto di più.  Quanto è importante per te, nella riuscita professionale lo studio? E che tipo di studio? Università, corsi specialistici…altro?  Sono diplomato in ragioneria. Avevo iniziato l’Università ma poi sentivo la voglia di fare più concretamente le mie esperienze. Avessi studiato di più sicuramente mi sarei specializzato maggiormente ma sono ancora in tempo per fare corsi o master in futuro. Allo stesso momento sto cercando di meritarmi la mia laurea “sul campo” applicando me stesso ogni giorno con impegno e devozione. E il confronto con altre persone?  Stimolante ed importante da vivere in qualsiasi situazione. Le persone sono libri viventi ed ognuna di esse ha sempre qualcosa di buono da donarti.  E l’esperienza sul campo?  Fondamentale!!! Sporcarsi le mani sul campo fa capire tante cose. Compiere movimenti fisici riesce ad abbattere barriere altissime.  Ti va di riassumere cosa accade nella tua giornata tipo?  Attività che fai, persone che incontri… Ultimamente troppe call virtuali, preferisco il contatto umano. In generale la mia settimana tipo si divide in vari meeting coi vari dipartimenti qui a Milano, Londra, Seattle, NYC ed altre città dove si trova Starbucks. Cerco sempre di ritagliarmi del tempo per vivere la Roastery e i nostri Partner (dipendenti) confrontarmi con loro, sapere come stanno ed aiutarli in cosa hanno bisogno.    Quali altre tappe lavorative vedi da qui in poi? Se ti va di condividerlo, sono connesse in qualche modo a obiettivi di vita?  Ho un sogno, un desiderio ma devo fare ancora molto per meritarmelo. Essere il CEO di un’azienda internazionale sarebbe per me e per la mia famiglia motivo di grande orgoglio, in particolare perché potrei aiutare ancora più persone.  Cosa porti e cosa ricevi nel tuo lavoro?  La cura delle relazioni è ciò a cui ambisco sempre. Cerco di far star bene tutti, a volte ci riesco e a volte no, lo ammetto. Questo mi porta a riflettere e pensare a come migliorare le cose. E’ proprio questo ciò che mi dà il mio lavoro, l’opportunità di crescere sia professionalmente ma soprattutto umanamente.  Cosa ti fa sentire davvero soddisfatto?  Il sorriso degli altri che mi circondano.  Che talenti deve avere, scoprire, allenare una persona per essere un professionista di valore nel tuo campo? Intendo sia un giovane o una giovane agli inizi della sua carriera, sia una persona adulta che vuole riposizionarsi.  L’umiltà e la volontà sono punti fondamentali. Senza umiltà non si va da nessuna parte e non si sarà mai meritevoli di rispetto nella vita. Il giorno che avrò un figlio gli insegnerò questo come base della vita. A quel punto sono certo che troverà la sua strada con le sue gambe e la sua energia. Proprio come ha fatto mio padre con me.  Che base di esperienza e formazione?  Ognuno crea la sua esperienza e cerca la formazione che lo appassiona. Non dobbiamo stare ad aspettare che gli altri ci creino e che ci formino perfetti a misura. È tutto nelle nostre mani, perciò andiamo sempre a cercare cosa ci appassiona di più e ci fa stare bene.  Che attitudine verso l’educazione permanente?  Ognuno di noi nasce e muore. In tutto quel lasso di tempo che sta tra questi due avvenimenti dobbiamo lavorare sulla nostra educazione.  Cosa a tuo avviso deve invece evitare di fare? Mai mancare di rispetto agli altri ed a te stesso. E mai smettere di sognare.  Secondo te, c’è un momento in cui è troppo tardi cambiare strada per seguire il proprio sogno?  E’ tardi quando si è smesso di sognare.  Una frase che hai voglia di regalare a chi ci segue.  Tutti noi dipendiamo da qualcosa o da qualcuno, chi in un modo o nell’altro. La chiave per aspirare a fare la differenza sta proprio li, nel voler essere imprenditori di sé stessi, investendo tempo di qualità nella propria crescita a favore di quella altrui     Le parole che hai letto sono di Giampaolo.  Nessun Intervento di omologazione è stato fatto da BGTalentUp, perché crediamo che la diversità sia un valore; perché ogni storia è di chi la vive e per noi è importante rispettarne lo spazio e l’identità e promuoverli presso chi riceve la storia in dono.  STORIES è un progetto sociale che ha lo scopo di aprire nuove prospettive a chi ha voglia di vederle.  STORIES è un progetto che ha l’ambizione di ispirare ciascuna persona a scoprire, nutrire, far brillare i propri talenti.  Possiamo lasciare la nostra impronta nel mondo in molti modi. Ciascuna impronta, se costruisce per noi e per gli altri, ha uguale rilievo.      Se desideri condividere un pensiero, una domanda, una considerazione le porte di BGTalentUp sono sempre aperte! Scrivi a barbara@talent-up.it Interagisci su LinkedIn dove troverai anche una breve video intervista (formato Social!) a Giampaolo Grossi.  Ogni intervento che onorerà la curiosità di scoprire e la storia che è stata generosamente condivisa è benvenuto. 

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Katia Bovani, editor e ghostwriter Benvenut* in STORIES, un progetto di BGTalentUp. Un viaggio attraverso le storie di persone che hanno costruito il loro successo, passo dopo passo. Lasciati ispirare e traccia la tua rotta: c’è un mondo pieno di possibilità per fare brillare i tuoi talenti   Oggi è con noi Katia Bovani, editor e ghostwriter. Katia faceva l’avvocato, specializzato in contrattualistica commerciale e diritto delle società, e ha saputo far germogliare la sua nuova professione nutrendo la propria passione, scegliendo di vedere le opportunità che la vita le offriva anche quando poteva sembrare, a ragione veduta, l’opposto.  Ho conosciuto Katia su LinkedIn e sono grata del sentimento di amicizia e di stima reciproca che ora ci legano.  Katia è per me ispirazione continua, cura e ricercatezza linguistica e umana. Katia porta con se (e dona) quel sapere alimentato da curiosità e fatica, di passione e lavoro, che potrebbe permettersi di parlare dal podio ma non lo fa per scelta.  Grazie Katia, per questa intervista e per questa frase “Se cerchi dentro di te e non vedi niente, quello è il momento di partire perché sei ricco di spazio: soltanto, abbi cura di scegliere un buon maestro.” Buona lettura!       Ti va di iniziare con qualcosa che parli di te? Una frase, un colore, un gioco… Più che una frase, la mia è una citazione da una canzone di Carmen Sosa: “Solo le pido a Dios que el dolor non me sea indifirente, que la reseca muerte no me encuentre vacia y sola sin haber echo lo suficiente”. Il colore è…tutte le sfumature dal blu al verde chiaro. Il gioco è la Canasta Che lavoro fai? Sono un editor, ghostwriter e writer coach Come si connette la frase, il colore, il gioco…che parla di te con la tua attività professionale? A livello cosciente non lo so. O meglio, il colore indica il mio modo di vivere il lavoro, la frase si riferisce più allo stile di vita che mi ha scelta (perché non sono stata io a scegliere lui) E’ qualcosa che è sempre stato così o lo è diventato nel tempo? Ti va di raccontare la tua storia professionale attraverso i passaggi che ritieni più significativi? In effetti la citazione che ho indicato riguarda più la professione che ho svolto in precedenza rispetto a quella attuale. Facevo l’avvocato specializzato in contrattualistica commerciale e diritto delle società. Dopo quasi dieci anni professione nella mia città, la vita mi portò a Catania dove ho esercitato anche pro bono in alcuni quartieri a densità mafiosa. Inoltre, data la mai specializzazione, ho potuto toccare con mano cosa significhi essere avvocato in alcune realtà umane a fortissimo impatto emotivo sia per chi ne è coinvolto sia per il difensore. Poi, molti anni dopo, di nuovo la vita ci ha messo la sua zampetta e – non dopo un importante travaglio interiore – ho scelto di tornare in Toscana dai miei genitori che affrontavano la terminalità: uno di cancro, l’altro di Alzhemeir. Sapevo che ritornando “ a casa” sarei morta professionalmente. E lì, l’ispirazione: per mio diletto – poiché non avevo mai abbandonato lo studio delle lettere classiche e del linguaggio – mi ero sempre divertita o a curare l’editing di testi di alcuni miei amici che avevano intrapreso una carriera diversa dalla mia o a essere il loro ghostwriter.Mi ero professionalizzata sul piano cognitivo e didattico e, allora, ho pensato di trasformare questa passione in un lavoro. Ecco come sono passata da avvocato a editor. Cosa ti ha fatto passare da una tappa all’altra? Quali motivazioni ti hanno spinto? Cosa/chi ti ha sostenuto? Cosa/chi ti ha guidato? Sulle motivazioni ho già risposto. Mi hanno sostenuto le quattro persone importanti della mia vita: il mio compagno Andrea, mia sorella Luisa e la figlia di quest’ultima che, in grado di parentela sarebbe mia nipote, ma per me è una sorella minore che adoro, Claudia. Infine – e ne parlo in fondo perché, per me, rappresenta un affetto specialissimo – la persona che ha creduto in me prima ancora che ci credessi io, il Prof. Alessandro Bertirotti fondatore dell’Antropologia della Mente e docente di Psicologia per il Disegn presso il Dipartimento  di Architettirra e Design dell’Università di Genova. Ci conosciamo a moltissimi anni e il nostro rapporto è andato consolidandosi come quello di due  reciproci alter ego Quanto è importante avere chiara la meta a cui si vuole arrivare? E quanto è importante avere in mente l’impronta che si vuole lasciare nel mondo? Entrambe sono condiciones sine qua non avrebbe senso vivere Nel tuo lavoro il mercato/settore fa la differenza? E l’azienda in cui si lavora fa la differenza?  Ci sono competenze soft / hard specifiche? E quali sono le competenze che è sempre necessario avere per fare un lavoro come il tuo? Personalmente lavoro da sola nel senso che non ho soci né dipendo da un datore di lavoro. Credo che, sì, il settore possa fare la differenza, ma sino a un certo punto. Io mi dedico soprattutto alla scrittura argomentativa, ma lavoro anche in quella creativa. In quest’ultimo settore, la concorrenza è molto forte. Alla lunga, ciò che fa emergere è la competenza tecnica mista all’autorevolezza che il professionista ha coltivato nel tempo. Direi che quest’ultimo elemento fa la differenza nel mercato. L’incidenza delle competenze soft è la stessa di quella delle competenze hard: saper comunicare in modo efficace è importante tanto quanto la conoscenza dello strumentario linguistico. Cosa significa per te avere successo? “Successo” è il participio passato del verbo “succedere”. Quindi…per avere “successo” nel senso comune del termine occorre avere compiuto scelte di fondo ben definite e convinte all’inizio della propria carriera Oltre alle competenze cosa serve per avere successo? Due cose. Capacità di ascolto che significa rinunciare a una quota del nostro egoismo per far parlare l’egoismo altrui. Spirito di osservazione che non vuol dire impicciarsi delle cose altrui, ma affinare la sensibilità verso lo spostamento d’aria che provoca una mosca quando ci passa accanto Come vedi il fallimento, l’errore? Lo vedo come una fase in cui si devono usare due occhiali. Quelli del momento in cui si fallisce e che ci fanno vedere solo la distruzione del nostro mondo. Secondo me è importante sentirla tutta quella distruzione e farsi assorbire da lei. Poi, come ogni evento, anche lei ha una sua emivita, trascorsa la quale bisogna inforcare velocemente le lenti “del giorno dopo”.  Ci fanno vedere che tutto quel dolore non è servito a farci morire fisicamente e, allora, la scelta è obbligata: andare avanti. E poiché non si può andare avanti ripetendo l’errore, ecco che arriva –da solo- il tempo della tesaurizzazione. Ti è capitato di vederti chiudere delle porte nel tuo cammino? Di “cadere”? Cosa hai fatto? Moltissime porte ho visto chiudersi davanti al mio naso quando facevo l’avvocato e sono anche caduta. Cosa ho fatto…ho fatto questo. Ho voluto sprofondare in questa esperienza e toccarne il fondo perché solo arrivando in fondo, poi la spinta mi ha riportata in alto Quali dubbi hai avuto e quali momenti di epifania? Cosa ne hai fatto? Nei momenti di fallimento ho dubitato subito di me senza focalizzare altro ed è stato lì che mi sono lasciata travolgere dal fallimento. Poi è sempre arrivata la persona giusta al momento giusto oppure l’intuizione giusta che ha coinciso con quella che ho chiamato “spinta verso l’alto” Cosa hai capito di te nel tuo percorso? Cosa hai imparato? Ho capito che non si è vissuto con pienezza se non ci siamo messi a servizio della vita. Chi ha avuto la fortuna di nascere in un luogo della Terra dove non ci sono dittature né guerre, da una famiglia che lo ha accolto come una gemma, ha potuto scolarizzarsi e  raggiungere un grado culturale ragguardevole, ecco… chi ha vissuto tutto questo ( e io l’ho vissuto) non può che essere grato all’Universo o al Dio in cui crede. Essere grati non significa solo dire “grazie”. Serve a poco. Personalmente, ringrazio nel modo che  Paolo  di Tarso ci ha indicato nella sua prima lettera ai Corinzi. C’è qualcuno che ti è stato particolarmente vicino nei momenti critici? Nelle scelte più grandi? Sì. Finché sono stati vivi, i miei genitori. Da quando sono mancati, il mio compagno e Alessandro Bertirotti. Cosa ti motiva, cosa tiene alta la tua energia? Il pensiero del “domani” Che rapporto hai con la fatica? Un rapporto predittivo. Se non provo fatica vuol dire che quello che faccio non sarà granché Quanto è importante per te, nella riuscita professionale lo studio? E che tipo di studio? Università, corsi specialistici…altro? Moltissimo, lo studio è tutto. Ma non necessariamente quello universitario. L’importante è scegliere un settore e poi studiare, studiare tutto ciò che è possibile e, se possibile, professionalizzarsi in quel settore E il confronto con altre persone? Imprescindibile E l’esperienza sul campo? Imprescindibile Ti va di riassumere cosa accade nella tua giornata tipo? Attività che fai, persone che incontri… La mia giornata tipo quando non devo incontrare qualcuno si svolge così: vado a letto molto presto e, quindi, mi alzo presto. Colazione, pulizia personale e poi mezz’ora di preghiera. Poi affronto il lavoro che è suddiviso dedicando “x” tempo a ciascuno dei lavori che ho in  corso in quel momento e “x” tempo allo studio. Lo studio non mi deve mai mancare. Inserisco un intervallo tra le 14 e le 15 per riposare e poi via di nuovo sino alle 19. A quel punto, se sono in condizioni fisiche adeguate, faccio un po’ di movimento e, se non è possibile, mi dedico alla lettura. Una cosa importante: cadesse il mondo, nell’arco della giornata voglio sempre trovare tempo per essere disponibile nei confronti di chi può avere bisogno di me. Quali altre tappe lavorative vedi da qui in poi? Se ti va di condividerlo, sono connesse in qualche modo a obiettivi di vita? Vedo l’inizio, nel 2022, dei miei corsi di scrittura argomentativa perché desidero trasferire il metodo che ho messo a punto per questa scrittura Cosa porti e cosa ricevi nel tuo lavoro? Porto  me stessa, per come sono. Ricevo le vite degli altri che si manifestano nella loro scrittura Cosa ti fa sentire davvero soddisfatta? Essere in equilibrio Che talenti deve avere, scoprire, allenare una persona per essere un professionista di valore nel tuo campo? Intendo sia un giovane o una giovane agli inizi della sua carriera, sia una persona adulta che vuole riposizionarsi. Un giovane deve puntare molto sui vantaggi della gioventù e, dunque, scolarizzarsi al massimo nell’ambito di ciò che lo interessa: se quest’ultimo riguarda materie scientifiche, deve frequentare una buona scuola o un buon coach di scrittura creativa o argomentativa, oppure ancora fare esperienze redazionale. Ma, soprattutto, studiare, studiare e leggere non soltanto ciò che lo interessa: bisogna tenere conto che alla base del mio lavoro ci sono un’ottima proprietà di linguaggio, e solide conoscenze linguistiche. Mutatis mutandis consiglio la stessa cosa anche all’adulto che vuol riposizionarsi, ma con una precisazione: porsi nella disposizione d’animo di apertura verso il nuovo e affrontare il percorso solo se fortemente motivati perché “riposizionarsi” significa, talvolta, compiere una torsione cognitiva di un certo rilievo. Che attitudine verso l’educazione permanente? Completa Cosa a tuo avviso deve invece evitare di fare? Fossilizzarsi sulle proprie convinzioni. Bisogna saper accettare i punti di vista altrui, saper ammettere l’errore, dire “grazie” e  saper chiedere “scusa” Secondo te, c’è un momento in cui è troppo tardi cambiare strada per seguire il proprio sogno? Mai Una frase che hai voglia di regalare a chi ci segue Se cerchi dentro di te e non vedi niente, quello è il momento di partire perché sei ricco di spazio: soltanto, abbi cura di scegliere un buon maestro.   Le parole che hai letto sono di Katia.  Nessun Intervento di omologazione è stato fatto da BGTalentUp, perché crediamo che la diversità sia un valore; perché ogni storia è di chi la vive e per noi è importante rispettarne lo spazio e l’identità e promuoverli presso chi riceve la storia in dono.  STORIES è un progetto sociale che ha lo scopo di aprire nuove prospettive a chi ha voglia di vederle.  STORIES è un progetto che ha l’ambizione di ispirare ciascuna persona a scoprire, nutrire, far brillare i propri talenti.  Possiamo lasciare la nostra impronta nel mondo in molti modi. Ciascuna impronta, se costruisce per noi e per gli altri, ha uguale rilievo.    Se desideri condividere un pensiero, una domanda, una considerazione le porte di BGTalentUp sono sempre aperte! Scrivi a barbara@talent-up.it Interagisci su LinkedIn dove troverai anche una breve video intervista (formato Social!) a Katia Bovani.  Ogni intervento che onorerà la curiosità di scoprire e la storia che è stata generosamente condivisa è benvenuto. 

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Ellen Broccolo. Direttrice Generale, Travel & Mobility Manager, mamma. Benvenut* in STORIES, un progetto di BGTalentUp. Un viaggio attraverso le storie di persone che hanno costruito il loro successo, passo dopo passo. Lasciati ispirare e traccia la tua rotta: c’è un mondo pieno di possibilità per fare brillare i tuoi talenti.   Oggi è con noi Ellen Broccolo,  Direttrice Generale e Travel e Mobility Manager di Cortina Express. Ellen ha mosso i primi passi nell’imprenditoria quando aveva 20 anni e oggi guida una azienda che permette a molte persone di portare il loro valore nel mondo. Ciò che mi ha colpito di lei è il desiderio di continuare a imparare, sperimentare, ascoltare e dare valore alle persone e alla sostenibilità. Generosa, attenta, sposa la fatica con il sorriso e l’entusiasmo.  Una madre lavoratrice che si impegna a ritagliarsi ogni giorno anche del tempo per sé, per ricaricarsi e accogliere con voglia di fare  e a mente sgombra ogni nuova sfida.  Grazie Ellen, per averci regalato la tua storia. Un dono prezioso, esempio di volontà, sguardo all’orizzonte e tanto cuore.   Buona lettura!       Ti va di iniziare con qualcosa che parli di te? Una frase, un colore, un gioco… Direi una frase! Primo o ultimo non conta. L’importante è aver dato il meglio di se in ogni giro (Marco Simoncelli). Che lavoro fai? Sono procuratrice e socia di Fly Bus Srl, una società che si occupa di servizi per la mobilità. Come si connette la frase, il colore, il gioco… che parla di te con la tua attività professionale? Dare il meglio di sé in ogni giro.. Ogni mia giornata lavorativa si basa su questo principio. Arrivare sul podio è  sicuramente importante non arrivarci è sicuramente una sconfitta. la vera differenza sta nel cosa hai messo in gioco per ottenere o meno quel risultato. Un pilota di Moto Gp mediamente corre 20 giri del circuito per concludere la sua gara. Il giro 1 e il giro 20 hanno la stessa importanza e necessitano della stessa concentrazione perché concluso un giro c’è ne un altro da affrontare. Dirigere un azienda è uguale: assumere un dipendente, acquistare un veicolo, firmare un contratto, siglare una partnership… è tutto importante. Non ottenere questo risultato è sicuramente una sconfitta, ma la vera differenza sta nel cosa hai messo in gioco per o:enere o meno il risultato. Se sai di aver dato il meglio di te sarai pronta a gioire per la vittoria e fare tesoro della sconfitta.. E’ qualcosa che è sempre stato così o lo è diventato nel tempo? Ti va di raccontare la tua storia professionale attraverso i passaggi che ritieni più significativi? Dare il meglio di me è sempre stato un mio punto di forza, ma l’esperienza e la consapevolezza che ho maturatoin ogni giornata lavorativa mi hanno fatto crescere. Il mio approccio al settore della mobilità risale a ben 12 anni fa quando avevo solo 20 anni ed era qualcosa che non mi apparteneva, provenendo da un percorso formativo nel mondo dell’arte. Ho iniziato a piccoli passi. La proprietà aziendale, che ringrazio, ha sempre creduto in me e questo mi ha permesso di crescere ed arrivare oggi ad essere procuratrice e socia dell’azienda, ma alle volte anche di scontrarmi con la dura realtà di sentirmi inadeguata e sopraffatta dalle responsabilità. Cosa ? ha fatto passare da una tappa all’altra? Quali motivazioni ti hanno spinto? Cosa/chi ti ha sostenuto? Cosa/chi ti ha guidato? Non ricordo cosa mi abbia fatto passare da una tappa all’altra del mio percorso sicuramente la motivazione che mi ha sempre accompagnato ieri e oggi è la passione. Al mio fianco c’è sempre stata la mia famiglia a sostenermi e la proprietà a guidarmi. Quanto è importante avere chiara la meta a cui si vuole arrivare? E quanto è importante avere in mente l’impronta che si vuole lasciare nel mondo? Se hai chiara la meta hai un punto all’orizzonte che ti guida. Ma non raggiungerai mai la meta se non lo fai per lasciare la tua impronta nel mondo. Nel tuo lavoro il mercato/settore fa la differenza? E l’azienda in cui si lavora fa la differenza? Ci sono competenze sol / hard specifiche? E quali sono le competenze che è sempre necessario avere per fare unlavoro come il tuo? L’azienda per il quale si lavora certamente fa la differenza. Chi fa business, soprattutto dopo quello che il Covid ci ha lasciato, non può più sottrarsi ad argomento legato alla sostenibilità nel suo significato più totale, ovvero la condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri. Ambiente, formazione, responsabilità etica, responsabilità ambientale, welfare sono parole all’ordine del giorno per i manager di oggi. Cosa significa per te avere successo? Raggiunge una perfetta conoscenza di se stessi e degli altri.  Oltre alle competenze cosa serve per avere successo?  Tanto allenamento.  Come vedi il fallimento, l’errore? Non esiste l’errore. Esiste l’opportunità di insegnamento e cambiamento che l’errore ci lascia. Ti è capitato di veder? chiudere delle porte nel tuo cammino? Di “cadere”? Cosa hai fatto? Solamente di cadere. Ma mi sono rialzata. La parola cadere è assimilabile alla parola errore. Non esistela caduta esiste l’opportunità di insegnamento e cambiamento che la caduta ci lascia. I bambini sono l’esempio perfetto:  quante volte cadono prima di imparare a camminare eppure alla fine ci riescono.  Quali dubbi hai avuto e quali momenti  di epifania? Cosa ne hai fatto? Dirigere un azienda porta con se molti dubbi e molti momenti di epifania. Quando ho un dubbio chiedo aiuto agli altri quando ho un momento di epifania gioisco con gli stessi che mi avrebbero aiutato. Cosa hai capito di te nel tuo percorso? Cosa hai imparato? Se guardassi la Ellen di 12 anni fa e guardassi la Ellen di oggi vedrei due persone completamente differenti e di questo ne vado molto fiera.Negli anni la cosa più importante che sono riuscita a fare è stata quella di conoscere e gestire le emozioni. Ho imparato che per ottenere tanto bisogna dare tanto. Ho imparato che le persone che incontriamo lungo il nostro cammino sono ognuna a suo modo importante perché ci lasciano qualcosa. C’è qualcuno che ? è stato particolarmente vicino nei momenti critici? Nelle scelte più grandi? La mia famiglia.  Cosa ti motiva, cosa tiene alta la tua energia? Mia figlia Alice. Sapere che io oggi, nonostante io sia una piccola parte nel mondo, posso fare qualcosa per costruire il suo futuro è un immensa dose di motivazione e di energia. Che rapporto hai con la fatica? Ottimo direi! Quanto è importante per te, nella riuscita professionale lo studio? E che tipo di studio? Università, corsi specialistici… altro? Essenziale. Non ho avuto una formazione universitaria. Partecipo a corsi specialistici, a webinar e a tutto quello che può arricchire il mio sapere perché nel business di oggi la cosa che ritengo più importante è la formazione. E il confronto con altre persone? Anche questo essenziale. Ognuno di noi ha qualcosa da insegnare e recepire dal confronto con gli altri. E l’esperienza sul campo? Ancora una volta essenziale. Sul campo maturiamo esperienza e consapevolezza. Ti va di riassumere cosa accade nella tua giornata tipo? Attività che fai, persone che incontri? Mi sveglio alle 06.15 circa, mi preparo insieme a mia figlia e inizio la giornata con una buona dose di caffeina! Esco di casa, lascio Alice all’asilo e vado al lavoro. Arrivo in ufficio alle 08.00 circa e prendo un altro caffè. In questo minuto cerco di stare in disparte e godermi il momento in silenzio iniziando a riorganizzare gli impegni della giornata. Subito dopo il caffè dedico la mattinata a mail, telefonate e messaggi cercando di “liberarmi” dalle incombenze burocratiche. Il pomeriggio generalmente lo dedico a riunioni di team, programmazione e se il tempo me lo permette a implementare la mia formazione. Durante la giornata posso avere a che fare con svariate persone, a seconda degli impegni: i ragazzi del mio team, gli autisti, il commercialista, il consulente del lavoro, l’agenzia di comunicazione, fornitori, clienti, partner ecc.. Sono molto schematica ed organizzata nell’operatività. Alle 17.00 circa esco, riprendo mia figlia all’asilo e torno a casa. A questo punto generalmente dedico un’ora circa all’attività fisica: per me è essenziale perché mi aiuta a allontanare lo stress della giornata. Poi si corre in cucina per la preparazione della cena. Un’altra cosa che adoro fare è cucinare! Dopo cena qualche ora per un film e per rilassarsi e poi dritti a letto per riposarsi ed essere pronti per un’altra giornata! Quali altre tappe lavorative vedi da qui in poi? Se ti va di condividerlo, sono connesse in qualche modo a obiettivi di vita? Come accennato prima credo che oggi sia importante concentrarsi molto sulla sostenibilità. In azienda lavoriamo molto su questo tema. Credo che sia essenziale che i valori aziendali siano i valori delle persone che ci lavorano, soprattutto se parliamo della direzione. Come si suol dire non si può predicare bene e razzolare male. Cosa por? e cosa ricevi nel tuo lavoro? Porto tutto quello che ho da dare in termini di energia, passione e sapere e ricevo gratificazione. Cosa ti fa sentire davvero soddisfatta? Vedere che in qualche modo, anche se non potrà mai essere la totalità, i nostri stackeholder interni ed esterni apprezzano il lavoro che facciamo.  Che talenti deve avere, scoprire, allenare una persona per essere un professionista di valore nel tuo campo? Intendo sia un giovane o una giovane agli inizi della sua carriera, sia una persona adulta che vuole riposizionarsi. Credo che il talento non sia innato ma si sviluppi. Per svilupparlo bisogna avere tanta curiosità, tanta passione, tantatenacia.  Che base di esperienza e formazione cerchi nelle persone che vuoi a bordo della tua azienda? Non le ritengo due cose fondamentali nella scelta di un candidato. Preferisco di gran lunga una persona curiosa, appassionata e tenace che un laureato con 110 e lode, senza nulla togliere ai laureati, ovviamente, che stimo allo stesso modo per la loro voglia di apprendimento.  Che attitudine hai verso l’educazione permanente?  Caratteristica  essenziale per le persone che vogliono lavorare nel mio team. Cosa a tuo avviso si deve invece evitare di fare? Dare le cose per scontate. Non esiste nulla di scontato: esiste solo ciò che vuoi realizzare a tutti i costi. Secondo te, c’è un momento in cui è troppo tardi cambiare strada per seguire il proprio sogno? Non è mai troppo tardi cambiare la strada per seguire un sogno altrimenti non è un sogno. Una frase che hai voglia di regalare a chi ci segue? Non abbiamo ereditato questo mondo dai nostri genitori, ma l’abbiamo preso in prestito dai nostri figli e per questo dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per rendere questo mondo un posto migliore dove vivere.       Le parole che hai letto sono di Ellen.  Nessun Intervento di omologazione è stato fatto da BGTalentUp, perché crediamo che la diversità sia un valore; perché ogni storia è di chi la vive e per noi è importante rispettarne lo spazio e l’identità e promuoverli presso chi riceve la storia in dono.  STORIES è un progetto sociale che ha lo scopo di aprire nuove prospettive a chi ha voglia di vederle.  STORIES è un progetto che ha l’ambizione di ispirare ciascuna persona a scoprire, nutrire, far brillare i propri talenti.  Possiamo lasciare la nostra impronta nel mondo in molti modi. Ciascuna impronta, se costruisce per noi e per gli altri, ha uguale rilievo.      Se desideri condividere un pensiero, una domanda, una considerazione le porte di BGTalentUp sono sempre aperte! Scrivi a barbara@talent-up.it Interagisci su LinkedIn dove troverai anche una breve video intervista (formato Social!) a Ellen Broccolo. Ogni intervento che onorerà la curiosità di scoprire e la storia che è stata generosamente condivisa è benvenuto. 

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